Luigi Di Maio e l’incubo delle firme false a Palermo

22/11/2016 di Redazione

Il caso delle firme false del M5S per le comunali del 2012 a Palermo preoccupa e non poco. Dopo la notizia secondo cui diverse persone avrebbero firmato per l’acqua pubblica e non per le liste grilline Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, non nasconde la sua preoccupazione: «Siamo in apprensione e chiediamo alla magistratura di farci sapere la verità».

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Riporta Repubblica:

Probabilmente a far salire la tensione tra i big grillini sono gli esiti dell’inchiesta della Procura di Palermo, che sta tirando le somme su due mesi di accertamenti. Con tre attivisti, tra cui la deputata regionale Claudia La Rocca, rea confessa e autosospesasi dal Movimento, che ammettono di aver ricopiato decine di sottoscrizioni apposte alla lista. E centinaia di persone sentite dalla Digos che hanno disconosciuto le firme: sarebbero circa 400 i cittadini comparsi negli uffici della Questura. Un quadro grave a cui, nei giorni scorsi, si sono aggiunti tre testimoni che riferiscono una vicenda ancor più delicata. Avrebbero sì firmato, ma non per le comunali, bensì per il referendum sull’acqua di poco precedente. E le loro firme sarebbero state poi utilizzate a sostegno della lista. Tra loro c’è anche il genero del giudice Paolo Borsellino, Fabio Trizzino. «Ricordo che mi fermò Nuti (parlamentare nazionale che sarebbe tra gli indagati ndr) – racconta Trizzino – per chiedermi la firma. Escludo fosse per le elezioni, non l’avrei messa, penso si trattasse di una causa in cui credevo, come quella dell’acqua pubblica».

Ieri Di Maio ha gettato acqua sul fuoco. Ma non può durare così, a lungo: «E’ una vicenda che riguarda il 2012, le firme sono state raccolte per una lista che non ha mai eletto nessuno e in questi giorni si sta facendo sembrare che siano firme che riguardino l’elezione dei parlamentari del M5S, cosa non vera».

(foto ANSA/ MASSIMO PERCOSSI)

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