Brexit: L’High Court blocca la Brexit. Theresa May sconfitta dal parrucchiere

BREXIT –

Clamoroso nel Regno Unito: la Brexit potrebbe saltare.

La High Court ha infatti deliberato che la ratifica dell’articolo 50, che sancirebbe ufficialmente il processo di uscita dalla UE da parte della Gran Bretagna, non può essere decisa autonomamente dal governo in carica, ma deve passare prima attraverso un voto in aula, il cui esito sarebbe tutt’altro che scontato.

Il Primo Ministro Theresa May ha annunciato che presenterà ricorso nei confronti della decisione, ma la High Court ha già dichiarato che il ricorso è “altamente sconsigliato”. A breve aggiornamenti con le reazioni dei leader politici e gli scenari possibili.

La notizia è arrivata poco prima delle 11:00, meridiano di Greenwich, ed è stata un fulmine a ciel sereno. La High Court ha accettato il ricorso del comitato No Brexit che richiedeva che la decisione sulla ratifica dell’Articolo 50 non fosse nelle mani del governo, ma che necessitasse di un voto alle camere per essere ratificato. Tre giudici anziani della High Court si sono espressi a favore e quindi il Primo Ministro Theresa May dovrà, per il momento, rivedere i suoi piani. La ratifica era stata programmata per la fine di marzo. Fino a quel momento, il Regno Unito non può intavolare alcuna trattativa di exit con l’Unione Europea, con tutte le conseguenze politiche ed economiche che ne derivano. Al momento la May non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, è chiusa nei suoi uffici al 5 Downing Street, analizzando la situazione con i suoi ministri.

Theresa May parlerà con Juncker domani
Il portavoce del Presidente della Commissione Europea ha reso noto che il Primo Ministro inglese Theresa May e Jean-Claude Juncker parleranno della decisione ratificata dall’High Court domani, nel corso di un colloquio telefonico. “Non è compito dell’Unione Europea commentare quanto deciso dalla Corte Suprema inglese. Nostro compito è quello di far sì che ci sia una rapida messa in essere dell’articolo 50. Non è una richiesta della Presidenza, se non sbaglio è una richiesta di tutti i 27 paese membri, che hanno chiesto priorità assoluta sulla questione”. La posizione della May e del Regno Unito si fa quindi ancora più difficile agli occhi dei paesi membri della comunità europea.

Nicola Sturgeon: “Consideriamo l’ipotesi di sostenere la decisione dell’High Court”
Era una delle voce più attese questa mattina, nonché una delle più lucide sin dal giorno del referendum. Nicola Sturgeon, Primo Ministro scozzese, ha così commentato quanto accaduto stamane. “Non è una sorpresa per chi ha seguito il caso dall’inizio e quanto accaduto non fa che sottolineare il caos e la confusione che regna nel governo britannico. La loro decisione di non portare la Brexit in Parlamento sin dall’inizio non ha niente a che fare con questioni costituzionali, semplicemente non hanno una posizione coerente e il dibattito parlamentare non farebbe altro che evidenziarlo. Osserveremo con attenzione l’evolversi della situazione e non escludiamo di poter diventare parte in causa per sostenere quanto già deciso dall’High Court”. La Sturgeon poche settimane fa aveva annunciato che il governo scozzese era pronto a presentare una nuova tornata referendaria per l’indipendenza dal Regno Unito.

Arron Banks: “Questo è un attacco alla democrazia”
Arron Banks, il milionario e maggiore sostenitore economico dell’UKIP, non ha preso bene la decisione dell’High Court. “Questa è una dichiarazione guerra alla democrazia britannica. Il parlamento ha votato perchè fosse il popolo a decidere, non ha avuto il risultato che si aspettava e adesso sta cercando di ribaltare la situazione usando qualunque sporco trucco per ritardare o boicottare la Brexit”.

L’Idraulico di Pimlico
Si chiama Charlie Mullins, è proprietario di una delle più grande aziende idrauliche di Londra ed è stato uno dei maggiori sostenitori, anche economicamente, del ricorso alla High Court. Oggi, dopo la vittoria, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. “Perché una decisione così importante dovrebbe essere presa solo da qualche persona incompetente, convinta tutta a un tratto di sapere tutto sull’argomento, e decidere del destino di una nazione intera? Tutte le teste del Parlamento insieme sapranno fare certamente di meglio”. Possiamo dire che è una giornata storica per il Regno Unito, ha vinto davvero la democrazia del popolo. E tutto questo due giorni prima della notte di Guy Fawkes. V for Vendetta.

Juncker ha chiamato Theresa May.
Il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha già avuto un primo colloquio telefonico con il Primo Ministro Theresa May per essere informato della situazione e discutere dei prossimi passi, notizia ufficialmente comunicato da uno dei suoi portavoce. Per ora Juncker non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito.

13:40 La Sterlina guadagna l’1,76%, quotazione a 0,886

Jason Corbyn: “Il governo deve  portare il caso in parlamento al più presto.
Il leader dei Laburisti, Jason Corbyn, ha rilasciato una dichiarazione sulla situazione. “La decisione della Corte Suprema sottolinea l’urgenza che il governo porti la questione in parlamento al più presto. Il Labour Party rispetta la decisione del popolo britannico di lasciare l’Unione Europea, ma ci dev’essere trasparenza e il parlamento deve assumersene la responsabilità. Il Partito Laburista seguirà la questione per far sì che possa esserci una Brexit che funzioni per il paese, mettendo economia, qualità della vita e lavoro prima di tutto”. Dichiarazione che sottolinea quanto ancora ambigua sia la posizione del Labour, e di Corbyn in particolare, nei confronti della Brexit, mai apertamente osteggiata dal segretario durante la campagna referendaria.

Theresa May sconfitta dal parrucchiere. Per l’esattezza da Deir Dos Santos, uno dei principali promotori della campagna presso la High Court. La sua battaglia era iniziata l’8 luglio scorso, quando aveva dato mandato al suo legale di intraprendere il ricorso per “tutelare i suoi diritti”, in quanto riteneva non costituzionale il fatto che la decisione dovesse essere presa solo dal Primo Ministro e non passasse per il Parlamento. Ed evidentemente aveva ragione.

13:00 Prima conseguenza tangibile della decisione è il cambio della Sterlina, che ha già recuperato l’1,12%, posizionandosi a 0,8919 nei confronti dell’Euro.

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