La magnitudo è nelle vostre teste

Francamente non c’è molto da dire, se non questo. Ma a che punto siamo arrivati?

Ecco, siamo arrivati ad avere una rappresentante del popolo, regolarmente eletta, che si arroga il diritto di dire che:

“Il governo ha fatto abbassare da 7.1 a 6.1 la magnitudo del terremoto per interessi economici”.

La signora in questione si chiama Enza Blundo, è una senatrice del Movimento Cinque Stelle ed è anche in questo momento la migliore testimonial per il Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. Perché francamente se dobbiamo dare uno stipendio da parlamentare a gente così, ben venga la riforma.

Queste fondamentali dichiarazioni sono state rilasciate su uno degli organi ufficiali del M5S: Facebook. 420 condivisioni del post, la maggior parte, fortunatamente, per dimostrare al mondo la sua idiozia, e molti commenti inneggiano alle dimissioni della zelante senatrice. Il M5S si è già allontanato, dichiarando che la signora Blundo non rappresenta il loro pensiero. Speriamo vogliano dimostrarlo con i fatti invitandola a dimettersi con rapidità.

Ma dato che la mamma degli stolti è spesso gravida, vogliamo fare un gioco con voi, molto serio. La sismologia è una scienza, branca della geologia, si studia per anni e di fatto non si smette mai, analizzando dati ed eventi per cercare di prevedere i terremoti, non per farsi prendere in giro da qualcuno su Twitter.

Ecco, a questo link potete studiare anche voi come si calcola la magnitudo di un terremoto. Scriveteci nei commenti quanti di voi sono arrivati in fondo all’articolo e quanti di voi sarebbero in grado di spiegarlo chiaramente al vostro vicino di banco al bar.

E già sarebbe qualcosa se lo faceste di persona, perché di Social Keyboard Lions ne abbiamo pure abbastanza.

Quello che manca, da tanto, troppo tempo, è il desiderio di essere una cosa sola. Siamo bravissimi a distruggere, qui nel nostro Belpaese, e a prendere in giro chi del patriottismo fa la sua bandiera. Forse ci farebbe bene ricordare che non siamo padani, romani, borboni. Senz’altro coglioni, molto spesso. Ma almeno vorrei sentirmi un coglione italiano.

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