Tiziana, i pm si rivolgono alla Apple: «Aprite l’iPhone»

25/10/2016 di Redazione

Per arrivare alla verità nella tragica storia di Tiziana (la ragazza che il 13 settembre scorso si è tolta la vita a Mugnano, in provincia di Napoli, dopo essere stata messa alla gogna in rete per i suoi video hard) i magistrati della Procura di Napoli Nord hanno bisogno di conoscere il codice di quattro cifre che consente l’accesso all’iPhone della 31enne.

 

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CELLULARE TIZIANA, MAGISTRATI SI RIVOLGONO ALLA APPLE PER IL CODICE

Senza quella chiave, che solo la Apple può fornire, nessuno è in grado di accendere il dispositivo. Dunque, il pm titolare dell’indagine ha confezionato una rogatoria internazionale da inviare negli Usa tramite il Dipartimento di giustizia dell’Ambasciata di Roma. Lo racconta oggi Marilù Musto sul Mattino di Napoli:

L’iPhone adesso è inviolabile: serve il codice che solo lei conosceva per accendere il dispositivo, creato in maniera talmente perfetta dall’azienda fondata da Steve Jobs che nessuno può avviarlo, tranne il proprietario, in questo caso deceduto, e lo stesso colosso di Cupertino. Per questo, da oltre un mese, le indagini della Procura di Napoli nord si ripiegano su stesse, facendo leva solo sui testimoni e su perizie eseguite su altri cellulari sequestrati, come quello dell’ex fidanzato di Tiziana, Sergio Di Palo, accessibile perché utilizzato con il sistema operativo Android per smartphone. Tuttavia, non si getta via la spugna e si corre ai ripari Oltreoceano. Il pm titolare del fascicolo, Rossana Esposito, ha confezionato una rogatoria internazionale da inviare negli Stati Uniti tramite il Dipartimento di giustizia dell’Ambasciata di Roma, rappresentata da una funzionaria del Governo americano con la quale il pm è in costante contatto. Il punto è sbloccare l’inceppo che rallenta l’inchiesta sull’istigazione al suicidio di Tiziana Cantone. La richiesta riguarda «l’accesso al dispositivo iPhone in possesso alla Cantone per indagini in corso in Italia». L’istanza è stata concepita dopo una ispezione sui telefoni del consulente informatico Carmine Testa, nominato dal procuratore Francesco Greco, che ha depositato una prima relazione ai magistrati chiarendo che è «impossibile accedere al dispositivo della vittima».

(Foto di copertina da achivio Ansa. Credit: Li Muzi / Xinhua via ZUMA Wire)

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