I sondaggisti sul referendum: «È avanti il No, ma tutto può cambiare. In 2 giorni»

20/10/2016 di Donato De Sena

C’è qualcosa su cui tutti i sondaggisti negli ultimi giorni sembrano essere d’accordo: l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre è tutt’altro che scontato, il fronte del ‘No’ alla riforma Boschi risulta leggermente in vantaggio sul ‘Sì’ ma nelle sei settimane che ci separano dal voto le percentuali potrebbero anche invertirsi. Ne abbiamo avuto una conferma ieri da due autorevoli esperti di flussi elettorali, Nicola Piepoli ed Alessandra Ghisleri, a capo rispettivamente di Istituto Piepoli ed Euromedia Research, che abbiamo contattato per ricevere informazioni sul peso degli elettori indecisi e sulle dinamiche che spostano i consensi.

 

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PIEPOLI: «INDECISI AL 30/35%, SI DECIDERÀ TUTTO IN DUE GIORNI»

Il professor Piepoli sostiene che coloro che non hanno ancora deciso cosa votare (o se andare a votare) sono «un ‘filo’ in più» nel centrodestra, e che complessivamente rappresentano circa un terzo dell’elettorato. «Ci sono diversi indecisi. C’è l’indeciso che ha già deciso di votare per il ‘Sì’ o per il ‘No’ ma in realtà potrebbe anche cambiare idea. C’è l’indeciso che non ha ancora scelto se votare per il ‘Sì’ o per il ‘No’. E poi ci sono coloro che non sanno se andranno a votare. I tre tipi di indecisi arrivano al 30/35%». Ancora tanti. Ed è probabile che saranno tanti anche a ridosso del voto. A far pendere la bilancia dalla parte dei favorevoli o dei contrari alla riforma della Costituzione, per Piepoli, sarà «ciò che capiterà negli ultimi due giorni, compreso il giorno del voto». «Si deciderà – spiega – tutto in due giorni: ci sarà ancora un 30% di indecisi e di questi andranno a votare la metà. Ci sono quelli che decidono nel momento di andare al seggio, semplicemente seguendo l’indicazione di un familiare, di un amico, da un collega». Renzi, dunque, per compiere il sorpasso dovrebbe parlare a tutti. «Chi lo fa vincere è un”insiemistica’: un aumento del ‘Sì’ a sinistra e una diminuzione del ‘No’ nel centrodestra e tra i 5 Stelle. Deve prendere dappertutto se vuole vincere».

GHISLERI: «PIÚ INDECISI NEL CENTRODESTRA, VINCERÀ LA BUONA NARRAZIONE»

«Ad oggi c’è una percezione che favorisce il ‘No’ rispetto al ‘Sì’», afferma anche Ghisleri. Che conferma anche il rilevante peso degli indecisi. «Parliamo di percezione perché è vasto il campo di coloro che si dichiarano ancora indecisi se andare a votare o votare ‘Sì’ o ‘No’ – spiega la sondaggista – esprimono una posizione legata ad una posizione di partito, a quello che si è compreso della riforma, a come si interpreta il voto, ma ancora tutto può cambiare. C’è il vantaggio, ma c’è ancora un margine d’errore importante». Anche per la direttrice di Euromedia Research tra chi non ha ancora deciso cosa votare c’è un numero maggiore di centrodestra. Ma Ghisleri segnala un divario più marcato: «Attualmente gli indecisi sono più nel centrodestra, ed anche in maniera rilevante. Nel centrosinistra sono più ‘definiti’». Fa bene Renzi allora a guardare il centrodestra? «Se il referendum avesse una lettura (prettamente, nda) politica sarebbe relegato a quei partiti che sostengono il ‘Sì’ o il ‘No’. Il ‘Sì’ è sostenuto dal Pd, non tutto, e da Area Popolare. Se si guardasse all’interno dell’elettorato sarebbe limitata la cerchia a cui guardare. Mentre i politici del ‘No’ devono guardare verso il loro elettorato e portarli a votare, i politici che sostengono il ‘Sì’ devono guardare verso altri elettori per poterli convincere che la loro scelta è migliore, devono allargare il loro bacino. Gli elettori del Movimento 5 Stelle sono molto schierati rispetto a quello che dice il partito, quindi più difficili da aggredire. È più semplice farlo invece con i partiti del centrodestra. Non è più semplice perché più facile portarli via, ma più semplice perché c’è un’intesa migliore rispetto al rapporto con la politica». Concludendo, cosa può far pendere la bilancia da una parte o dall’altra? «In entrambi i casi una buona narrazione, una buona spiegazione», dice Ghisleri. E precisa: «Da una parte, a sostegno del ‘Sì’, abbiamo un unico centro di comunicazione. Sul fronte del ‘No’ si hanno invece più centri di comunicazione, il Movimento 5 Stelle con i suoi leader, i dissidenti del Pd con i loro punti di riferimento, gli elettori della Lega Nord, di Forza Italia, di Fratelli d’Italia. Più centri accomunati solamente da un unico punto: quello di essere contro la riforma, contro il presidente del Consiglio rispetto a questa riforma, contro il governo rispetto a questa riforma».

(Foto di copertina: ANSA / ANGELO CARCONI)

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