Dylan Dog: Roberto Recchioni racconta Mater Dolorosa | VIDEO

Trent’anni e non sentirli. Anche grazie a Roberto Recchioni, autore e ormai maestro di quel fumetto che è diventato arte totale e modernissima, capace di tenere in sé tutte quelle ispirazioni che vengono da altri mondi, dalle serie tv recenti fino al “solito” videogioco. Ma Recchioni è soprattutto un inventore di universi, un uomo capace di vedere oltre e di scarnificarti l’anima con caratterizzazioni spettacolari e impianti narrativi potenti. Il filone della “malattia” è sempre stato fondamentale per lui ed è un potente collante della sua esperienza, da autore e curatore, con l’indagatore dell’incubo.

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Da Mater Morbi a Mater Dolorosa passa la rinascita di un personaggio che era stato abbandonato da molti ed era divenuta una sopportata abitudine da altri. Se Mater Morbi è stato il primo capolavoro dylandoghiano dopo anni, con Mater Dolorosa RRobe (il suo nick nella Rete e nei social) tira le fila di un lavoro ancora più maturo e complessivo, celebrativo e proiettato al futuro. Recchioni è il migliore, ora. E lo dimostra con il suo lavoro, prendendosi l’onore e l’onere di un albo così importante.

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DYLAN DOG MATER DOLOROSA LA TRAMA –

Quando Dylan Dog avverte di nuovo i sintomi del male oscuro che lo ha quasi ucciso, alcuni anni fa, capisce che Mater Morbi, la madre della malattia, è tornata e che sarà costretto a calarsi in un mare di dolore, alla ricerca di sé stesso e alla scoperta dei segreti del suo passato e del suo presente.
Xabaras, Morgana, il Galeone, l’ex-Ispettore Bloch, Groucho, Moonlight, i morti viventi, Mater Morbi… Non mancherà proprio nessuno in questa festa di morte, in un albo tuttocolore che celebra il trentennale dell’Indagatore dell’Incubo.

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