Parlare con i morti si può. Una ragazza inventa un bot per chattare con il suo amico defunto

Parlare con i morti. Un tema che in qualche modo continua a tornare nelle nostre vite, spesso in forma cinematografica (da Ghost a Black Mirror) o in campo mistico-spirituale. Eppure qualcuno c’è riuscito, almeno virtualmente. È successo in Russia, dove Eugenia Kuyda, co-fondatrice e CEO di una startup nel campo dell’intelligenza artificiale (Luka Inc), è riuscita a creare un software in grado di simulare alla perfezione le risposte in chat del suo amico Roman Mazurenko, morto in un incidente stradale il 28 novembre 2015.

Il ragazzo si era ormai trasferito a San Francisco per lavoro quando ha fatto rientro a Mosca, per sbrigare una serie di pratiche burocratiche, ed è stato investito da un automobile che guidava ad altissima velocità. Da lì, dopo un anno, la reazione di Kuyda, che ha deciso di mettere a frutto le sue competenze nel settore per sviluppare un bot in grado di riprodurre le risposte del suo giovane amico in chat.

Parlare con i morti. Come funziona il software di Eugenia Kuyda

La startupper russa ha collezionato ben 8.000 linee di messaggi di testo di Mazurenko donati da famiglia ed amici per poter creare una fedele riproduzione delle sue conversazioni all’interno della messaggistica virtuale, inserendo il profilo di Roman all’interno di Luka. L’app già consentiva di poter parlare con vari tipi di chatbot, da utilizzare come assistenti personali, e ora contiene anche la personalità virtuale del giovane ragazzo russo, per parlare con il quale basterà digitare il suo account @roman. La sviluppatrice ha rilasciato un’intervista a The Verge sulla sua storia, dove racconta il processo attraverso il quale è riuscita a creare il bot:

“Nell’ultimo paio di mesi il nostro team a Lika è riuscito a costruire un modello di dialogo usando piccoli set di dati con una rete neurale. Ho messo insieme tutti i messaggi che ci siamo mandati, foto, articoli che o riguardavano ed abbiamo costruito una versione di Roman con l’intelligenza artificiale. Puoi chattare con lui della sua vita o messaggiare normalmente: lui risponderà come avrebbe fatto Roman”

Resta la domanda se parlare con i morti possa davvero aiutare amici e parenti a superare il lutto o se renda più lungo e difficile il processo di accettazione di una scomparsa, perché non più in grado di accettare il ricordo della persona cara abbandonando il tentativo di continuare ad avere un contatto con questa. Di certo, resta un’invenzione interessante, di cui aspettiamo di scoprire gli eventuali sviluppi: il caso resterà confinato nella creazione del bot di Roman o arriverà un’implementazione dell’app che permetterà a chiunque di parlare con i morti cari fornendo i dati necessari per crearne un clone? Mentre aspettiamo di scoprirlo, sull’app è possibile anche chattare con il bot virutale di Prince, non ci sorprenderebbe quindi se cominciassero ad apparire altre personalità dello spettacolo ormai scomparse.

parlare con i morti

(Photocredit copertina: @LucaInc.)

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