Raggi e Grillo denunciano: un ordigno in casa di un collaboratore della Giunta di Roma

06/10/2016 di Redazione

RAGGI E GRILLO DENUNCIANO ORDIGNO IN CASA COLLABORATORE M5S

Un atto intimidatorio. E’ questo quello che – secondo le forze dell’ordine – sarebbe stato un grave atto accaduto oggi a Roma. Infatti, nella casa di “un collaboratore della Giunta M5S di Roma” è stato ritrovato “l’innesco di un ordigno nella sua abitazione a Roma“. Questo quando riportato in un post sul Blog del Movimento a doppia firma: Beppe Grillo e Virginia Raggi.

beppe grillo e virignia raggi denunciano ordigno a casa di un collaboratore
Ecco il testo completo del post

Nessuno deve restare indietro, nessuno deve rimanere solo. Lo abbiamo detto sempre e lo diciamo con più forza oggi perché uno di noi, un cittadino, un collaboratore della giunta M5S di Roma, è stato oggetto di una minaccia inaccettabile in un Paese civile: il ritrovamento dell’innesco di un ordigno nella sua abitazione a Roma. Si tratta di un messaggio che le forze dell’ordine, alle quali va un ringraziamento per il lavoro svolto con serietà e discrezione, hanno valutato come un atto intimidatorio. Diamo fastidio a qualcuno. Le indagini sono in corso e non vogliamo disturbare chi se ne sta occupando in queste ore. Siamo pronti a collaborare con le forze dell’ordine e chiediamo al ministero dell’Interno di intervenire quanto prima. Intanto, però, non dobbiamo lasciarci spaventare. Dobbiamo fare quadrato attorno a chi di noi viene attaccato, perché siamo una comunità unita che affronta i problemi insieme. Nessuno deve essere lasciato solo. Questo è il momento di dimostrarlo. I cittadini ci stiano vicino.

LA VERSIONE DELLA QUESTURA: ORDIGNO INNOCUO, GESTO SIMBOLICO

Era sostanzialmente innocuo, secondo gli artificieri della polizia, l’ordigno trovato in casa di un collaboratore della giunta capitolina M5S, di professione avvocato. Si tratterebbe, a quanto si apprende, di tre batterie tipo ‘torcioni’, tenute assieme da del nastro isolante e con dei fili non collegati: era poggiato sul davanzale dell’appartamento del collaboratore, un piano rialzato in zona centro, raggiungibile senza particolare difficoltà. Sull’episodio indaga la Digos, che non trascura alcuna ipotesi ma l’impressione degli investigatori è che possa trattarsi di un gesto simbolico, senza alcuna concreta valenza intimidatoria.

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