Altro che casta: a Massimo Colomban piacciono i castelli

05/10/2016 di Redazione

Oggi il Messaggero descrive la reggia su cui ha investito Massimo Colomban ora neoassessore alle Partecipate di Roma.

Nel castello dove abita c’è anche una funicolare panoramica che consente di raggiungere l’ingresso dal parcheggio e chissà piacerebbe anche a Virginia Raggi, anche se lei in campagna elettorale aveva puntato più in alto, promettendo una funivia
ai romani. (…) Con la sua impresa (la Parmeelisa, ora ceduta) ha contribuito a costruire i grattacieli e gli edifici
più belli in tutto il mondo (dal Taipei 101 di Taiwan all’aeroporto di Hong Kong). E si è regalato un castello medioevale (uno dei più grandi d’Italia, a quaranta chilometri da Treviso). Lo ha ristrutturato con un investimento che in pochi potrebbero permettersi e lo ha fatto diventare la sua residenza, ma anche un centro turistico con 260 lussuose stanze per gli ospiti (appare assai promettente quella chiamata l’Alcova del Conte, «con mobili in parte antichi incluso un prezioso lampadario
veneziano del ‘600, l’antico bagno con la vasca scavata in un blocco di marmo»), la Spa e il centro benessere, un museo, un centro congressi con tre teatri e sette sale: qui si riunirono, tra i tanti, anche gli indipendentisti veneti, ma soprattutto
si sono svolte convention di decine di multinazionali e perfino il G8 dell’Agricoltura nel 2009, quando l’Italia fu rappresentata da Luca Zaia, ministro leghista del Governo Berlusconi.

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Sempre Mauro Evangelisti su Il Messaggero:

Morale: il multimilionario che approda alla corte dei 5 Stelle romani, spazza via di un colpo il pauperismo che, in
linea molto teorica, sembrava contraddistinguere il movimento nella capitale, quello ad esempio dei consiglieri
regionali che per risparmiare la settimana scorsa hanno raggiunto la festa di M5S di Palermo in nave, perché le tariffe dei voli erano lievitate. Ecco, con una battuta potremmo dire che Colomban la nave se la sarebbe proprio comprata, come
ha fatto con il castello di Castelbrando, acquistato a metà degli anni Novanta dai Salesiani: solo per il restauro dichiara di avere speso 60 miliardi di lire, circa 30 milioni di euro. Proprio quanto servirebbe per fare la manutenzione di tutti i bus
dell’Atac di cui, da ieri, Colomban si deve occupare.

(foto ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

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