Carlo De Benedetti: «Se perde, Renzi si dimetta. Al referendum voto no»

28/09/2016 di Redazione

Carlo De Benedetti voterà no al referendum costituzionale, visto che l’Italicum non sarà modificato. L’imprenditore spiega al Corriere che Matteo Renzi si dovrebbe dimettere in caso di sconfitta del sì, ma auspica che rimanga in politica, prevedendo un’intesa tra il PD e Forza Italia guidata da Stefano Parisi capace di emarginare la sinistra ed escludere la destra di Salvini. Un fronte comune per fermare l’avanzata del populismo del M5S.

CARLO DE BENEDETTI E IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Durante l’estate Carlo De Benedetti aveva invitato Matteo Renzi a modificare l’Italicum per non diventare il « Fassino d’Italia », il presidente del Consiglio dell’establishment sconfitto dal populismo pentastellato. A diverse settimane da quell’intervista l’editore del gruppo Espresso torna a parlare col Corriere della Sera, e ad Aldo Cazzullo annuncia il suo probabile no al referendum costituzionale.

Lei tre mesi fa disse al «Corriere» che al referendum avrebbe votato no, se Renzi non avesse cambiato la legge elettorale.

«Lo confermo».
Quindi voterà no, visto che l’Italicum è sempre lo stesso.
«Se ci fosse vera volontà politica, ci si potrebbe accordare per una nuova legge elettorale; ma al momento vedo solo tattica. I Cinque Stelle vogliono il proporzionale puro, e non mi stupisce: un movimento populista è sempre contro qualsiasi forma di maggioritario».

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CARLO DE BENEDETTI RENZI DIMISSIONI? SE PERDE DEVE LASCIARE

In caso di sconfitta della revisione costituzionale promossa dal Ddl Boschi Carlo De Benedetti reputa necessarie le dimissioni di Renzi.

Se vincesse il no, Renzi dovrebbe dimettersi il giorno dopo. Anche se non credo che lascerà la politica. E per fortuna, perché ha dimostrato di avere energia e qualità

De Benedetti riserva parole di elogio per il presidente del Consiglio, visto che grazie alla sua politica l’Italia è tornata a contare qualcosa in Europa, dove prima non aveva peso. Per l’imprenditore dopo il referendum ci vorrebbe un governo tra PD e Forza Italia, per promuovere una drastica riduzione sulle tasse sul lavoro, e fermare l’avanzata del M5S.

CARLO DE BENEDETTI CRITICA GRILLO E IL M5S

Nel corso dell’intervista buona parte delle riflessioni di De Benedetti sono dedicate allo scenario internazionale, sia economico che politico. Per l’imprenditore la globalizzazione ha provocato un peggioramento delle condizioni sociali e economiche che spinge l’avanzata dei populisti, in Italia rappresentati dal Movimento 5 Stelle. De Benedetti critica l’assenza di proposte politiche del M5S, rimarcando come Beppe Grillo sia tornato a fare il capo senza dire cosa abbia in mente per il Paese.

All’interno del movimento ci sono certamente persone perbene, d’altronde li vota un terzo degli italiani. È la classe media, che sceglie il movimento come per una sorta di vendetta verso le élites da cui si sente tradita. Per disperazione, più che per convinzione. Ho sentito Grillo gridare: “Sono tornato a comandare io”. Ma per fare cosa? Io non l’ho capito

CARLO DE DEBENETTI E LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA OCCIDENTALE

Carlo De Benedetti esprime giudizi preoccupati sulla tenuta della democrazia nell’Occidente colpito dalla cosiddetta stagnazione secolare, la fase di bassa crescita favorita dalla deflazione salariale promossa dalla globalizzazione secondo l’imprenditore. De Benedetti reputa possibile la vittoria di Trump alle presidenziali americane di Usa 2016, uno scenario che non avrebbe immaginato solo poche settimane fa, e descrive l’Europa in una situazione da anticamera del fascismo. Per l’editore del gruppo Espresso la virata nazionalista produrrà effetti ancora più negativi per l’economia, con ritorno a dazi e freni al commercio globale che penalizzeranno un Occidente che già ora fatica a trovare la via di una crescita sostenibile e duratura.

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