Fabrizio Corona, niente più carcere: l’ex re dei paparazzi in affidamento ai servizi sociali

27/09/2016 di Redazione

L’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona continuerà a scontare il cumulo di pene residuo, poco più di 5 anni, in affidamento in prova ai servizi sociali. È questo l’effetto pratico della decisione del gip di Milano Ambrogio Moccia che ha riconosciuto all’ex agente fotografico la continuazione tra i reati di estorsione, tentata estorsione e bancarotta per i quali è stato condannato in via definitiva.

 

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FABRIZIO CORONA, AFFIDAMENTO IN PROVA AI SERVIZI SOCIALI

Il giudice, che ha accolto la richiesta del pm, non ha però dato il via libeta alla continuazione tra i tre reati e la corruzione (la corruzione ad una guardia penitenziaria) e cosè la pena residua è aumentata di circa 8 mesi rispetto al precedente calcolo sul cumulo pene. L’aumento mantiene comunque la pena residua (4 anni e 5 mesi più gli altri 8 mesi) sotto i 6 anni, e dunque permette a Corona di proseguire con l’affidamento in prova ai servizi sociali. Altrimenti l’ex agente fotografico avrebbe dovuto tornare in carcere per scontare la pena.

FABRIZIO CORONA, CONDANNE PER ESTORSIONE, BANCAROTTA E CORRUZIONE

Fabrizio Corona, stando a quanto si è appreso, era «molto preoccupato di finire in carcere» e, dopo la decisione del gip da poco notificata ai legali, si è «tolto un gran peso». «Sono cambiato. Per favore fatemi continuare il mio percorso di recupero in affidamento ai servizi sociali», aveva detto nell’udienza davanti al giudice sei giorni. Corona è stato condannato per estorsione nei confronti dell’ex bomber della Juventus, David Trezeguet, per tentata estorsione per la vicenda dei cosiddetti ‘fotoricatti’, per bancarotta per il crac della sua agenzia fotografica e per aver corrotto una guardia penitenziaria per fare entrare in carcere una macchina fotografica, quando era stato arrestato nell’inchiesta ‘Vallettopoli’. Lo scorso 27 ottobre l’ex re dei paparazzi (prima scarcerato dopo 2 anni e mezzo di detenzione e poi affidato alla comunità di Don Mazzi) è potuto tornare a vivere nella sua casa di Milano dopo aver ottenuto l’affidamento in prova «sul territorio».

(Foto: ANSA / MATTEO BAZZI)

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