Caso Regeni, inviate carte da Cambridge. Nuovo vertice tra pm di Roma e del Cairo

07/09/2016 di Redazione

L’ultima volta finì con l’irritazione dei magistrati italiani e la decisione della Farnesina di ritirare l’ambasciatore, per la scarsa collaborazione degli inquirenti egiziani sul caso dell’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano trovato senza vita il 3 febbraio scorso sulla strada che collega il Cairo con Alessandria. Ci riproveranno ancora, tra giovedì e venerdì, in un nuovo incontro alla scuola di Polizia di Roma di via Guido Reni. Al vertice parteciperanno il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, il pm Sergio Colaiocco e per gli egiziani il procuratore generale Nabil Ahmed Sadek e il team di 3 magistrati del Cairo già impegnati sul caso.

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Si ripartirà proprio dai risultati tutt’altro che esaltanti del vertice del 7 aprile. In particolare, i pm italiani si aspettano novità, a cominciare dai dati sulle celle telefoniche. Una questione che era già stato motivo di rottura nel precedente incontro, con l’Egitto che si era trincerato dietro il rispetto della privacy. I magistrati italiani invece consegneranno ai loro omologhi egiziani le ultime verifiche tecniche effettuate sul contenuto del computer di Giulio Regeni, così come alcune informazioni sulle sue frequentazioni e ad aspetti della sua vita privata nel periodo compreso tra la fine del dicembre 2015 e il 4 gennaio 2016. Ovvero, nel periodo in cui Regeni fece ritorno in Italia per le festività natalizie, prima di fare ritorno al Cairo.

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L’UNIVERSITÀ DI CAMBRIDGE E I DOCUMENTI INVIATI AI PM

Sul caso della morte di Giulio Regeni nei giorni scorsi anche l’università di Cambridge, rispondendo ad una rogatoria, ha inviato ai pm di Roma una serie di documenti. Il ricercatore italiano si trovava al Cairo per svolgere una ricerca per conto della stessa università inglese. Una seconda tranche di materiali arriverà invece nei prossimi giorni dal College di Girton, altra struttura dell’università britannica nella quale studiava Giulio Regeni.

Il cadavere di Regeni è stato ritrovato il 3 febbraio scorso alla periferia del Cairo, con evidenti segni di torture e sevizie subite. Era scomparso il 25 gennaio. Sono passati oltre sette mesi, ma l’autorità giudiziaria egiziana non ha ancora fornito una pista credibile.

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