Rieti, il grande spreco di fondi dopo i terremoti del ’97 e del 2009

30/08/2016 di Redazione

Un grande spreco di denaro pubblico nella provincia di Rieti: fondi antisisma piovuti dopo i terremoti del ’97 in Umbria e del 2009 a L’Aquila che non sono stati ancora spesi, o sono stati spesi male, o non sono stati utilizzati per rendere gli edifici più sicuri. È lo scandalo che emerge da un’inchiesta di Repubblica a firma di Dario Del Porto e Fabio Tonacci. Tra gli interventi inadeguati ci sono anche lavori ad Amatrice e Accumoli, località colpite dalle scosse della notte tra il 24 e il 25 agosto.

 

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TERREMOTO, POCHI FONDI SPESI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO

Per la chiesa San Pietro e Lorenzo ad Accumoli ad esempio (il campanile è crollato uccidendo una famiglia di tre persone) era stato previsto un appalto per riparazione e miglioramento sismico da 75mila euro. Ma per il miglioramento sismico alla fine sono stati spesi solo 509 euro:

E però nella lista delle opere finanziate del post-sisma 97 il nome della chiesa di San Pietro e Lorenzo, c’è. «Intervento sul complesso parrocchiale da 116mila euro». Si tratta del rifacimento del tetto di 200 mq della chiesa accanto al campanile, la cui gara d’appalto è stata vinta nel 2008 dalla Steta di Stefano Cricchi, uno dei figli di Carlo Cricchi, l’imprenditore reatino che si è aggiudicato commesse anche a L’Aquila. Per i lavori in Abruzzo, l’altro figlio, architetto, è sotto inchiesta per tangenti. «Chiariremo tutto, la nostra azienda non c’entra». Oggi Cricchi senior, cavaliere del lavoro, ha di che lamentarsi: «Noi non abbiamo fatto niente su quel campanile». Seduto al tavolo nel salotto della sua ditta, mostra disegni e capitolati. «Ci arrivano minacce di morte su Facebook e via mail perché tutti ormai credono che siamo stati noi a ristrutturarlo, ma non è vero». L’appalto per “riparazione e miglioramento sismico” della chiesa valeva 75mila euro (il resto, 41 mila euro, era per la progettazione). Steta lo vince con un ribasso del 16 per cento, dunque 59mila euro. Nel capitolato si scopre una cifra sorprendente: «Per il miglioramento antisismico c’erano appena 509 euro», spiega Cricchi. «Il progetto imponeva di inserire nella muratura 33 euro di ferro, praticamente una sola barra, e di fare alcuni fori da riempire non con il cemento, ma con la calce».

TERREMOTO, MIGLIORAMENTO SISMICO E NON ADEGUAMENTO

Come spiegano Del Porto e Tonacci su Repubblica complessivamente il Genio Civile dopo il sisma del ’97 individuò in provincia di Rieti 300 interventi di ricostruzione e miglioramento sismico per un totale di 79 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato. Tra Accumoli e Amatrice c’erano 11 immobili e 10 chiese da mettere in sicurezza. Ma nei lavori troppo spesso il miglioramento sismico, che riguarda piccoli interventi che non modificano significativamente la stabilità dell’immobile, prende il posto dell’adeguamento sismico, che prevede interventi più costosi:

Quasi tutto ciò che è stato fatto coi fondi dei terremoti, per forza maggiore scarsi e non sufficienti a coprire ogni spesa possibile, è miglioramento: i 200mila euro investiti nella scuola Capranica, in parte crollata; i 250mila euro messi nella Chiesa Santa Maria Liberatrice, inagibile; i 400mila del Teatro all’inizio del corso principale di Amatrice, distrutto; i 90mila della Torre Civica di Accumoli, lesionata; i 260mila euro della Chiesa di Sant’Angelo, venuta giù due settimane dopo l’inaugurazione.

(Foto di copertina: una chiesa danneggiata ad Amatrice. Credit: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)

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