Su Roma 2024 decide Di Battista, Di Maio nell’angolo. E Virginia Raggi che fa?

29/08/2016 di Marco Esposito

Il primo diceva: «E’ da irresponsabili, prima di bonificare la macchina amministrativa, che ricordo insieme al Pd è stata causa dell’entrata di Mafia Capitale a Roma, parlare di Olimpiadi. Prima vogliamo occuparci dell’ordinario, soprattutto della bonifica della macchina amministrativa, quando sarà molto pulita si potrà pensare anche ai grandi eventi».

Il Secondo diceva: ««Sosterremo la candidatura di Roma alle Olimpiadi solo se vinceremo noi le elezioni nella capitale, altrimenti lasceremmo quegli appalti nelle mani degli stessi coinvolti in mafia capitale. In tal caso, preferiremmo restituire i servizi essenziali di cui la città ha bisogno. Speriamo di vincere e di esser i migliori alleati per le Olimpiadi per fare un ottimo lavoro».

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Il primo è Alessandro Di Battista, il secondo Luigi Di Maio. Si, evidentemente i “gemelli diversi” del Movimento 5 Stelle sulle Olimpiadi di Roma hanno idee diverse. E non è più un mistero che dentro lo stesso M5S le posizioni – che rispecchiano quelle dei due leader – siano divise. Olimpiadi Si, Olimpiadi No, con Virginia Raggi, il sindaco di Roma, che cerca di mediare tra le posizioni.

Ma qualcosa negli ultimi mesi è cambiato: perché, piano piano, Alessandro Di Battista è diventato l’uomo forte del M5S, soprattutto a Roma, tanto da mettere in dubbio quella che fino a poche settimane fa sembrava una cosa abbastanza scontata: la candidatura del campano alla premiership da parte del movimento.

Perché, mentre Virginia Raggi gioca a fare Penelope, che fa e disfa la tele olimpica a seconda delle giornate (siamo passati da “Abbiamo altre priorità” a “potremmo fare un Referendum” ), negli ultimi due-tre mesi Di Maio e Di Battista hanno visto i propri ruoli quasi invertirsi. Infatti, mentre il romano miete successi nel suo tour per il No alla riforma costituzionale, riempiendo le piazze di mezza Italia, Luigi Di Maio è inciampato in un paio di errori. In primis il tour con il quale si sarebbe dovuto accreditare come figura pronta a fare il grande passo verso Palazzo Chigi non è andato come il vicepresidente della Camera si aspettava. Incomprensioni nel suo viaggio in medio oriente, soprattutto con il governo Israeliano, la gaffe sulla “lobby dei malati di cancro” , la riunione con i lobbisti, mal vista da un pezzo del mondo M5S. Per tacere dei rapporti con Beppe Grillo, descritti da molti quotidiani come “gelidi”.

Insomma, in questo momento, anche e soprattutto a Roma è Alessandro Di Battista a dettare la linea, con il vicepresidente della Camera ai margini. E il momento “magico” di Alessandro Di Battista, certamente il parlamentare più amato dagli attivisti del Movimento 5 Stelle proprio per la sua “fedeltà” ai principi originari dei primi MettUp, si riflette anche nella linea del Campidoglio sulle Olimpiadi. Di Battista, da sempre contrario alle giochi Olimpici, sta avendo la meglio. Il tutto condito da un pizzico di astuzia comunicativa del Campidoglio che, a forza di far trapelare lo stop alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024, si prepara a rendere l’annuncio ufficiale dello stop della corsa della Capitale, una sorta di “non notizia”, per quante volte è stata anticipata.

Il delitto perfetto.

 

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