“Viva San Michele, viva San Rocco”. Firmato i boss Buscemi. Niente inchini, solo mongolfiere

18/08/2016 di Boris Sollazzo

MONGOLFIERA VALENZANO –

Siamo moderni, niente più inchini di fronte alle case dei boss durante le processioni. E neanche funerali kitsch alla Casamonica. Ora che santi e boss, insieme, vengono celebrati con una colorata mongolfiera con su scritto “Viva S. Michele, Viva S. Rocco”, l’inchino in fondo non serve. Basta mettere il nome “Famiglia Buscemi” rigorosamente sopra i santi, ovvero la firma del boss. A Valenzano, che conta 18.000 anime ed è in provincia di Bari, hanno voluto esagerare. Divino e terreno, con l’inchino, non gli bastavano. Volevano anche che i cieli potessero ammirare il nome dell’unica famiglia Buscemi del circondario, metà siciliana e metà pugliese, e conta su due elementi di spicco in città, entrambi nipoti di due boss: Salvatore Buscemi, capomafia del mandamento di Boccadifalco di Palermo e Michelangelo Stramaglia, boss locale vicino al clan dei Parisi. E sono stati proprio loro a sponsorizzare il pallone aerostatico (d’altronde, un grande pallone per due palloni gonfiati, è anche giusto).

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A sollevare il caso il deputato barese del PD Dario Ginefra che ha portato il caso in parlamento con tanto di foto in un’interrogazione al ministro Alfano. “I clan hanno voluto segnalare in forma pubblica il loro controllo del territorio – ha scritto – hanno pensato di privatizzare un santo”. La prossima mossa sarà segnalare il caso anche alla commissione parlamentare antimpafia presieduta da Rosy Bindi anche al fine di chiedere un monitoraggio preventivo dei comitati delle feste patronali. In questo caso, il presidente di quello di Valenzano, Davide Abbinale, è stato convocato già durante la cerimonia, che se l’è cavata con un “al comitato accettiamo chiunque voglia fare qualcosa per il santo e rispettiamo tutti i fedeli”. Insomma, in un paese in cui serve ormai, e giusticamente, un certificato antimafia anche per aprire una bancarella, i santi, invece, misericordiosamente non guardano in faccia a nessuno. “Si è trattato di un atto di devozione” ha aggiunto con notevole faccia tosta, nelle dichiarazioni ora al vaglio della Direzione distrettuale antimafia, che stanno cercando anche di capire come, a chi e in che termini è stata finanziata la mongolfiera. E se il sindaco di Bari si dice indignato, ovviamente il primo cittadino di Valenzano parla, in modo avvilente, di strumentalizzazione politica.

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