Pil fermo, nel secondo trimestre 2016 l’Italia si blocca

12/08/2016 di Redazione

Il Pil si ferma nel secondo trimestre del 2016. La stima preliminare dell’Istat rileva una variazione nulla della crescita economica tra aprile e giugno. L’aumento del Pil acquisito per il 2016 è pari a +0,6%: sembra già impossibile superare l’1% di crescita anche quest’anno, a conferma di quanto sia difficile per l’economia italiana reggere il passo dell’eurozona.

PIL FERMO NEL SECONDO TRIMESTRE DEL 2016

Il Pil del secondo trimestre del 2016 avrebbe dovuto crescere del +0,2% secondo le attese, invece Istat ha rilevato una variazione nulla. Il segno più scompare dopo un anno e mezzo: l’Italia, per quanto debolmente, cresceva dal primo trimestre del 2015. I dati della produzione industriale diffusi nei giorni scorsi avevano evidenziato le difficoltà dell’economia italiana.

A giugno 2016 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,4% rispetto a maggio. Nella media del trimestre aprile-giugno 2016 la produzione ha registrato una flessione dello 0,4% nei confronti del trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a giugno 2016 l’indice è diminuito in termini tendenziali dell’1,0% (i giorni lavorativi sono stati 21 come a giugno 2015)

Il calo trimestrale della produzione industriale pari a meno 0,4% era stata la peggior flessione registrata dal secondo trimestre del 2014.

PIL A VARIAZIONE NULLA

Il Pil è aumentato a livello tendenziale, ovvero rispetto al secondo al secondo trimestre del 2015, dello 0,7%. Come rimarca Istat, la variazione congiunturale nulla è la sintesi di unaumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi e di una diminuzione in quello dell’industria. Dal lato della domanda, vi è un lieve contributo negativo della componente nazionale(al lordo delle scorte), compensato da un apporto positivo della componente estera netta. Calo della produzione industriale e calo dei consumi sono stati decisivi per fermare la già debole crescita della nostra economia. Debolezza rimarcata dal confronto con l’eurozona: nel secondo trimestre il Pil dell’unione monetaria è aumentato dello 0,3% a livello congiunturale, e dell’1,6% rispetto allo stesso trimestre del 2015.

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