I sindaci e la Regione Umbria lasciano da sola Virginia Raggi e i rifiuti di Roma

Porte chiuse dalla presidente dell’Umbria e dai sindaci di Orvieto, di San Vittore del Lazio e Cassino. L’ipotesi prospettata ieri dal sindaco M5S Virginia Raggi in consiglio sullo smaltimento dei rifiuti non piace agli amministratori dei territori coinvolti. E se alle 13 l’assessore all’Ambiente Paola Muraro sarà in Regione per aprire un tavolo (presenti anche Ama e l’Anac di Raffaele Cantone) per affrontare l’emergenza impiantistica si chiudono gli aiuti per Roma. La sindaca aveva chiesto lo smaltimento nelle strutture fuori Roma con «priorità di conferimento rispetto a terzi che già conferiscono verso impianti Acea già esistenti (San Vittore e Aprilia-Orvieto-Terni) incardinati sull’inderogabile principio comunitario di prossimità e validazione operativa del 51% di proprietà comunale».

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Cosa vuole fare Virginia Raggi per l’emergenza rifiuti a Roma

L’UMBRIA CHIUDE LE PORTE ALLA ROMA DI VIRGINIA RAGGI

«Il sindaco di Roma ha scelto un assessore all’Ambiente altamente competente, quindi farebbe bene se si facesse spiegare come funziona la gestione dei rifiuti, perché forse non è al corrente del fatto che i rifiuti urbani destinati ad operazioni di smaltimento, devono essere smaltiti nella regione in cui vengono prodotti e che inoltre, per utilizzare gli impianti, non basta esserne proprietari, ma è necessaria una condivisione con le istituzioni locali e la comunità», riferisce l’assessore all’Ambiente della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, commentando le dichiarazioni del sindaco della Capitale. L’assessore dell’Umbria precisa che «i rifiuti provenienti da altre regioni possono essere conferiti in discariche fuori dal territorio di provenienza solo con il raggiungimento di un’intesa tra le Regioni interessate. Pertanto, per utilizzare l’impianto di Orvieto, occorrerebbe un’intesa tra la Regione Umbria e la Regione Lazio. In ogni caso, l’Umbria, sin da ora, dichiara la completa indisponibilità ad accogliere i rifiuti di Roma, visto che il nostro obiettivo è garantire la durata più lunga possibile alle discariche dell’Umbria che dovranno lavorare esclusivamente al servizio della nostra comunità». Per l’assessore, è comunque «bizzarro che per risolvere un’emergenza di un territorio che conta cinque milioni di abitanti, si chieda di utilizzare impianti di una regione che ne conta 900 mila, come appunto l’Umbria».

I NO DEI SINDACI DI ORVIETO, CASSINO E SAN VITTORE

Altri no arrivano da Orvieto, dal sindaco della città umbra, Giuseppe Germani. «Non autorizzeremo mai in nessun modo l’arrivo nella nostra discarica di rifiuti di qualsiasi altro territorio e meno che mai da parte della capitale d’Italia. Il sindaco Raggi deve rivedere immediatamente la sua strategia e la sua politica per quanto riguarda i rifiuti. Se questo è il nuovo che avanza abbiamo di che preoccuparci». Idem vale per i sindaci di Cassino e San Vittore. «Il territorio di Cassino e del Lazio Meridionale, a livello ambientale, ormai da anni subisce situazioni di grave disagio. Pertanto sono pronto, confrontarmi con i sindaci del territorio per mettere in campo tutte le azioni, anche le più estreme, necessarie ad impedire il conferimento di ulteriori rifiuti nel termovalorizzatore di Acea a San Vittore del Lazio», commenta il sindaco del comune laziale Carlo Maria D’Alessandro.

(foto © Raffaele Verderese via ZUMA Wire)

 

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