Matteo Orfini bacchetta viale Mazzini sulle nomine dei Tg Rai: «Hanno sbagliato»

05/08/2016 di Redazione

«Io di solito non parlo delle singole nomine, ma è lecito giudicare il metodo. Ecco, mi ha colpito la tempistica». Il presidente del Pd, Matteo Orfini, critica le nomine Tg Rai o meglio la metodologia che ha portato al rinnovamento di figure importanti nei corridoi di Viale Mazzini. Lo fa con una intervista sul quotidiano Repubblica.

Chi ha sbagliato, Matteo Orfini?
“Una premessa: il governo ha approvato una legge che fornisce a due manager come Campo Dall’Orto e Maggioni il potere di firmare le nomine senza passare dal rapporto con la politica. Una regola giusta, per recidere un malcostume”.

E pensa che sia andata così bene?

“Io di solito non parlo delle singole nomine, ma è lecito giudicare il metodo. Ecco, mi ha colpito la tempistica. Queste scelte non mi sembrano frutto di un piano di riorganizzazione dell’offerta giornalistica che anzi è stata invece presentata frettolosamente in consiglio d’amministrazione solo dopo aver deciso le nomine”.

C’è chi ha paragonato queste nomine a epurazioni di stampo berlusconiano.
“Questa è una sciocchezza. Però le dico anche che è lecito criticare chi ha gestito molto male questa vicenda”.

La dirigenza Rai è stata decisa da Renzi, però. E tutto questo accade alla vigilia del referendum. Nulla da dire?
“Non penso che ci sia stata la volontà del governo di imporre o condizionare queste scelte. Le hanno fatte gli amministratori. Se però in un’azienda come la Rai una come Berlinguer ritiene di aver subito un torto, significa che c’è davvero qualcosa di sbagliato. Bianca è una personalità, parla la sua autonomia”.

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E sulla riforma costituzionale, all’indomani della dimissione dei commissari della Vigilanza della minoranza del Pd, ribadisce come ci sia bisogno di rimettere mano al partito. «Sciogliamo le correnti – spiega – a partire dalla mia. Non ho visto una fila di gente pronta ad accettare. Se non rompiamo il meccanismo correntizio, il Pd assomiglia a una federazione di correnti, più che un partito».

(in copertina foto ANSA/ MOURAD BALTI TOUATI)

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