Bagnasco: «L’Europa non deve vergognarsi di essere cristiana»

«Abbiamo bisogno di un’Europa più cristiana». «L’Europa non deve vergognarsi di essere cristiana». Potrebbe essere riassunto così il pensiero del cardinale Angelo Bagnasco espresso in un’intervista rilasciata a Paolo Conti per Il Corriere della Sera dopo l’omicidio di padre Hacques Hamel, il parroco sgozzato in Normandia mentre celebrava la messa.

 

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ANGELO BAGNASCO: «NON C’È GUERRA TRA RELIGIONI»

Il presidente della Cei parla di «preoccupante ed evidente» progetto di salto di qualità del terrorismo per far credere che sia in atto una guerra di religione e sostiene che bisogna «reagire su un duplice livello» per evitare che molti credano sia in atto uno scontro tra fedi. Il primo passo sarebbe quello di «chiedere un aiuto significativo al mondo musulmano»:

Cosa intende per «aiuto del mondo musulmano», eminenza?

 

«Nel condannare con estrema chiarezza questi fatti. Per “aiuto” intendo che il mondo musulmano moderato faccia sentire la sua voce alta, unitaria, ripetuta, decisa, priva di qualsiasi ambiguità e che esprima un’assoluta condanna proprio per isolare quei fondamentalisti che si servono delle categorie religiose per raggiungere ben altri scopi».

 

Lei sa bene che il mondo musulmano non ha un vertice unitario come la chiesa cattolica e che è molto diviso.

 

«Certo, ma è bene che tutti i pezzi, anche i frammenti, di questo mondo condannino la violenza e il terrorismo ritrovando una certa unità almeno intorno a questo valore. Sarebbe essenziale se le tante realtà musulmane, pur nella loro differenza religiosa, rifiutassero esplicitamente e senza esitazione un fanatismo barbaro e omicida. Questo è il primo punto, essenziale, e speriamo che sia così».

 

Il secondo quale sarebbe?

 

«Il secondo punto riguarda noi, cioè l’Europa e l’Occidente che non mi sembra abbiano compiuto la debita ed essenziale riflessione, quella culturale. Il nostro Continente dovrebbe riappropriarsi della propria cultura che ha, nelle radici, una visione antropologica e ideale cristiana, e lo dico senza voler offendere nessuno e senza aver paura di nessuno. L’Europa dovrebbe riproporre ai propri cittadini una visione alta e personalistica della società, dove la persona sia davvero al centro di una precisa visione antropologica, non nel segno dell’individualismo ma della solidarietà. È un approccio intrinsecamente cristiano».

 

Lei dice in sostanza: non bisogna vergognarsi di dirsi cristiani, in un’Europa attaccata dal fondamentalismo…

 

«Certo! È così. Ma non in termini di contrapposizione tra diverse identità storiche. Proprio nel senso del dialogo. Come spiega bene Emmanuel Mounier parlando di “personalismo” il dialogo si realizza in due quando si ha qualcosa di autentico da dirsi, quando l’uno offre all’altro il meglio di sé. L’Europa, da troppi decenni, ha poco da dire. Non si può dialogare esprimendosi solo in termini economici, politici, finanziari…».

(Foto di copertina: ANSA / LUCA ZENNARO)

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