Caso Schwazer, Donati: «Pressioni su di me per farlo perdere, ecco le telefonate»

27/07/2016 di Redazione

ALEX SCHWAZER SQUALIFICATO PER OTTO ANNI

«Sono minacciato, temo per me e anche per la mia famiglia». Sandro Donati lo aveva detto: e ora ci sarebbero due telefonate a dare sostanza ai timori dell’allenatore di Alex Schwazer, il marciatore tornato a correre il 29 aprile scorso dopo 3 anni e 9 mesi di squalifica per doping e trovato nuovamente positivo il 21 giugno su un campione prelevato il 1° gennaio. Di quella “provetta”, del risultato di quelle analisi, negativo a inizio dell’anno e positivo sei mesi dopo, si continua a discutere: l’atleta si dichiara innocente – «Non devo scusarmi, stavolta non ho fatto alcun errore» – e con il suo team parla subito di un presunto complotto, di manovre per non mandarlo a Rio (la Iaaf lo ha sospeso con effetto immediato e nella lista degli azzurri non c’è). In questo dibattito non ancora sopito, tra innocentisti e colpevolisti, in attesa del ricorso al Tas, Donati denuncia che qualcuno ha tentato di aggiustare due gare a cui proprio Schwazer partecipa dopo il ritorno in pista. «Sono due conversazioni in particolare, ricevute da Donati e nelle quali il suo interlocutore – un personaggio molto noto nel mondo dello sport – lo “consigliava” di tenere a freno il suo atleta» scrive oggi Attilio Bolzoni su Repubblica.

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Scrive Repubblica:

La prima è del 7 maggio scorso, a poche ore dalla Coppa del mondo di marcia di Roma sui 50 chilometri. Sono le 6,05 del mattino. Donati sta dormendo, lo squillo del telefono lo sveglia. Sente la voce di un giudice internazionale di marcia “molto vicino a Sandro Damilano”. L’uomo si scusa per l’ora, parla della serata precedente passata “con tutte le vecchie glorie” poi gli sussurra: “La prego, glielo dica (ad Alex Schwazer, ndr) ancora una volta fino a prima della gara, possibilmente lasci vincere Tallent, mi capisce?”. Jared Tallent è il marciatore australiano che appena un paio di settimane prima – il 28 aprile, giorno della fine della squalifica di Schwazer, aveva dichiarato: “Lui è la vergogna d’Italia, ora rientra lui e poi i russi: così è come ridere in faccia agli atleti puliti”. Il giorno dopo la telefonata mattutina – e dopo 3 anni e 9 mesi di squalifica – Alex Schwazer trionfa alle Terme di Caracalla. Seconda prestazione mondiale stagionale con 3h39’00, dietro di lui Tallent a più di tre minuti e mezzo.

Stando alla ricostruzione spunterebbe quindi il nome di Sandro Damilano, ex commissario tecnico della Federazione Italiana di Atletica Leggera e tecnico del settore marcia, ora allenatore della nazionale cinese – il fratello Maurizio è invece presidente della commissione marcia della Iaaf. La seconda telefonata arriva sedici giorni dopo, a ridosso della gara di La Coruña – Schwazer arriverà secondo

È sempre lo stesso giudice internazionale di marcia che richiama l’allenatore di Schwazer. Questa volta gli suggerisce di non rispondere agli attacchi di alcuni atleti, “e di non andare a cercare disgrazie con i due cinesi che sono da 1 ora e 17 minuti…”

Gli episodi sono stati segnalati anche alla commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi, da cui l’audizione del 14 luglio scorso di Donati, e al procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, da cui l’apertura di un fascicolo.

Photocredit copertina ANSA / ETTORE FERRARI

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