Nizza, il sopralluogo del killer, gli sms ai complici, il selfie sul camion della strage

18/07/2016 di Redazione

A quattro giorni dalla strage di Nizza, dalla folle corsa alla guida di un camion del 31enne tunisino residente in Francia Mohamed Lahouaiej Bouhlel, sono più chiare le modalità con cui l’attacco terroristico è stato organizzato e realizzato.

STRAGE DI NIZZA, SOPRALLUOGO DEL KILLER

A quanto emerso dalle indagini sull’attentato il killer aveva effettuato un sopralluogo sulla Promenade des Anglais nei giorni che precedettero la strage, il 12 e 13 luglio. L’autista è stato individuato grazie alle telecamere della videosorveglianza, al volante del mezzo pesante, mentre osserva i luoghi molto attentamente. Ma non solo.

 

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STRAGE DI NIZZA, SMS AI COMPLICI

Poco prima dell’attacco del 14 luglio sul lungomare di Nizza, hanno raccontato fonti vicine all’inchiesta, Bouhlel mandò un sms dal suo cellulare, alle ore 22.27, scrivendo «invia più armi». Sarebbe stato anche l’invio di messaggi a rafforzare l’ipotesi che il killer avesse dei complici. Stando a quanto emerso, «almeno uno dei destinatari» degli messaggi inviati da Bouhlel prima della strage «è tra gli individui fermati dalla polizia» francese. L’autista attentatore avrebbe inviato «diversi sms» relativi alla «fornitura d’armi pochi minuti prima» di passare all’azione. Avrebbe anche riferito di essersi procurato una pistola 7,65 mm. Complessivamente tutti i 7 arrestati per la strage sarebbero stati individuati partendo dal cellulare del killer.

STRAGE DI NIZZA, SELFIE A BORDO DEL CAMION

Le fonti hanno inoltre riferito che Bouhlel  «si era anche fotografato al volante del camion tra l’11 e il 14 luglio» e aveva inviato la fotografia via sms, hanno aggiunto le stesse fonti.

STRAGE DI NIZZA, 27 COLPI PER FERMARE L’ATTENTATO

Infine, sono emersi dettagli sull’uccisione dell’uomo. Il camion guidato da Bouhlel si è fermato dopo 2 km di corsa. Il mezzo pesante di 19 tonnellate ha interrotto la sua corsa solo dopo essere stato bloccato da alcuni poliziotti. Arrivati all’altezza del veicolo, tre agenti si sarebbero accorti di un civile, sul marciapiede, che cercava eroicamente di intervenire per fermare l’attentatore. Il veicolo a quel punto si sarebbe fermato. E l’autista avrebbe aperto il fuoco contro i poliziotti. Che non avrebbero esitato a replicare. Tra loro, c’era un agente in servizio da nove anni, che si è nascosto dietro a una palma. «Ho sparato per neutralizzarlo, ho sparato fino a che non si muovesse più», è stata la sua testimonianza. I tre poliziotti hanno sparato 27 volte. Bouhlel è stato ritrovato morto nella cabina, dal lato del passeggero.

(Immagini da archivio Ansa)

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