Mister Chocolat, la storia del primo clown nero d’Europa

19/05/2016 di Redazione

Mister Chocolat

è stato il primo clown nero ad aver conquistato i palcoscenici europei. Nato a Cuba da una famiglia di schiavi e arrivato in Europa dopo esser stato venduto per fare il bracciante, Mister Chocolat è diventato uno star degli spettacoli teatrali di Parigi all’inizio del Novecento. La sua storia, caratterizzata dal razzismo costantemente subito anche nel suo periodo di maggior successo, è raccontata in un film uscito qualche settimana fa in Francia.

MISTER CHOCOLAT LA STORIA

Rafael Padilla è stato il primo artista nero a diventare celebre in Europa a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Un’epoca in cui il razzismo nei confronti delle persone provenienti dagli altri Continenti era particolarmente diffuso. Padilla era arrivato in Europa da Cuba come bracciante, venduto come uno schiavo e liberato grazie alle doti di artista dimostrate nei suoi spettacoli tenuti presso le banchine del porto di Bilbao. Nel 1886 inizia la sua carriera sui palchi dei circhi e dei teatri di Parigi, con il nome d’arte che gli rimarrà per tutta la vita, Chocolat. Il grande successo arriva però alla fine del decennio successivo, quando forma un duo di clown con il celebre artista britannico George Foottit.

MISTER CHOCOLAT FILM

Insieme a George Footit Rafael Padilla conosce un enorme successo. I loro spettacoli giocano sugli stereotipi razziali sui neri molto diffusi in quel periodo: Mister Chocolat interpreta un clown tonto e stupido. La sua frase simbolo, Je suis Chocolat, diventa gergo comune, col significato di essere stupito da qualcosa che non si comprende. Footit e Padilla si separano nel 1910, e perseguono carriere soliste senza grande successo. Mister Chocolat torna al circo, mentre cade in depressione e nell’alcolismo per la morte della figlia. Muore a Bordeaux nel 1917, in solitudine, a poco più di cinquant’anni. La data ufficiale di nascita non è mai stata conosciuta. Un film francese uscito da pochi mesi nelle sale cinematografiche ne racconta la storia.

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