Guardie carcerarie, sul concorso le mani della camorra

18/05/2016 di Redazione

Le mani della camorra sul concorso per la selezioni di 400 guardie carcerarie dello scorso aprile. È l’ipotesi al vaglio della Procura antimafia di Roma dopo il caso di 88 concorrenti sorpresi a truccare la prova. Si sospetta che la grande criminalità campana abbia elaborato un piano per farsi reclutare dal ministero della Giustizia, che intanto chiede una relazione approfondita sull’accaduto.

 

Auricolari e radiotrasmittenti al concorso per agenti penitenziari: 88 indagati

 

GUARDIE CARCERARIE, L’OMBRA DELLA CAMORRA SUL CONCORSO

La selezione degli agenti, svoltasi dal 20 al 22 aprile alla Fiera di Roma, è stata sospesa dal Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) perché decine concorrenti durante le prove sono stati trovati in possesso di radiotrasmittenti, auricolari, bracciali con le risposte a quiz, cellulari cotnraffatti, cover dei telefonini con le soluzioni. Ne parla Valentina Errante sul Mattino di Napoli:

A coordinare l’indagine a carico degli 88, che alla fine di aprile erano sbarcati alla Fiera di Roma dalla Campania per superare le prove, è il procuratore aggiunto Michele Prestipino. Sono statele dichiarazioni di alcuni dei concorrenti, finiti sotto accusa, e i primi accertamenti sui candidati bloccati all’esame a suscitarei sospetti della magistratura. La procura ipotizza che dietro la falsificazione dei test potesse esserci una vera e propria connection che puntava a inserire uomini dell’organizzazione all’interno delle carceri. E così Prestipino potrebbe decidere in tempi strettissimi di ipotizzare il reato di associazione mafiosa nel fascicolo inizialmente aperto per falso e tentata truffa. A suscitare i sospetti sono state anche le cifre che sarebbero state pagate per ottenere le soluzioni, in alcuni casi raggiungerebbero i 25mila euro. Gli accertamenti riguardano anche la ditta che si era aggiudicata l’appalto per le selezioni, anche quella con sede in Campania.

Il ministro Andrea Orlando ha chiesto una relazione urgente al capo del Dap Santi Consolo. Ad accorgersi di quanto stesse accadendo nei locali del concorso sarebbe stata proprio l’amministrazione penitenziaria, che, secondo voci, già prima della selezione, aveva predisposto una task force del Nic, il Nucleo investigativo centrale, e due commissari.

(Foto di copertina: ANSA / CLAUDIO PERI)

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