L’allarme di Papa Francesco: “Cosa ti è successo Europa?”

06/05/2016 di Alessio Barbati

Papa Francesco ha ricevuto il premio Carlo Magno per il suo “Straordinario impegno a favore della pace, della comprensione e della misericordia in una società europea di valori”. Il Santo Padre ha accolto nella Sala Regia del Palazzo Apostolico i presidenti dell’Europarlamento Martin Schulz, della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e del Consiglio europeo Donald Tusk e vari capi di Stato e di governo tra cui il premier Matteo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il re di Spagna Felipe VI, il granduca Enrico di Lussemburgo, la presidente della Lituania Dalia Grybauskaite. Presenti inoltre il presidente della Banca centrale Europea Mario Draghi, l’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini e il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans.

IL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO

«Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo», ha detto il Papa. «Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre. Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo». Il pontefice davanti a tutti i rappresentanti dell’Europa l’ha definita “stanca” e vecchia, una “nonna” senza più ricordi. «La creatività, l’ingegno, la capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all’anima dell’Europa», ha affermato il Papa rivolgendosi poi ai rappresentanti delle istituzioni «Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli».

LA NOSTALGIA DI PAPA FRANCESCO

Papa Francesco ha espresso nostalgia per quell’Europa «Umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà» ricordando gli ideali «Spenti, e noi figli di quel sogno siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando al proprio utile e pensando di costruire recinti particolari». È giunto il momento che l’Europa si scuota di dosso il torpore. «A tal fine ci farà bene evocare i padri fondatori dell’Europa. Seppero cercare strade alternative, innovative in un contesto segnato dalle ferite della guerra. Essi osarono cercare soluzioni multilaterali ai problemi che poco a poco diventavano comuni. I progetti dei padri fondatori, araldi della pace e profeti dell’avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri. Sembrano esprimere un accorato invito a non accontentarsi di ritocchi cosmetici o di compromessi tortuosi per correggere qualche trattato, ma a porre coraggiosamente basi nuove, fortemente radicate».

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