Ape, come funziona l’anticipo pensionistico? La guida in 7 domande

Cominciano a puntare maggiori dettagli sull’anticipo pensionistico che il governo intende introdurre per superare i rigidi meccanismi della legge Fornero. Il nuovo meccanismo di uscita flessibile si chiama Ape e prevede la possibilità di lasciare il mondo del lavoro anche tre anni prima di quanto stabilito dalle norme attuali con un taglio dell’assegno. Ecco le informazioni in 7 domande e 7 risposte.

 

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Come funziona l’Ape?

L’anticipo Ape è basato sul prestito prensionistico. Chi vuole lasciare il lavoro prima del raggiungimento dell’età di vecchiaia (oggi 66 anni e 7 mesi per lavoratori e lavorativi pubblici, privati e autonomi e 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici dipendenti private) potrà ottenere dalle banche un prestito mensile che sarà erogato dall’Inps, pari all’importo della pensione futura ma con una decurtazione. Dall’importò dell’assegno verrà sottratta la rata di rimborso dell’anticipo su un piano di ammortamento molto lungo (si parla di 18 anni).

Chi può accedere all’Ape?

Al meccanismo di uscita anticipata dal mondo del lavoro avranno accesso tutti i dipendenti pubblici e privati nati negli anni 1951, 1952 e 1953. Quindi si potrà andare in pensione da uno fino a tre anni prima di quanto stabilito dalla legge Fornero oggi.

Come viene calcolata la pensione decurtata?

L’importo della pensione decurtata in virtù dell’Ape dipenderà da due fattori: la data di anticipo e l’entità dell’assegno. Il taglio sarà maggiore se maggiore sarà in numero di anni di uscita anticipata e minore se l’uscita avviene invece poco prima del raggiungimento dell’età di vecchiaia. All’esame del governo c’è poi la possibilità di legare il taglio all’importo della pensione. Con un’uscita anticipata di tre anni ad esempio il taglio potrebbe essere del 5/6%, ma potrebbe essere anche del 5/6% in caso di uscita anticipata di un solo anno nel caso di un lavoratore con reddito alto. Per i più ricchi si potrebbe arrivare ad un taglio del 20% in caso di uscita anticipata di 3 anni.

Chi rimborsa il debito verso le banche?

Il piano Ape al vaglio del governo prevede che a pagare il presito verso le banche sarà il pensionato per quanto concerne il capitale e  lo Stato per quanto riguarda invece gli interessi. Non si sa ancora però se gli interessi sul presito verranno pagati attraverso detrazioni fiscali o verranno versati direttamente dall’Inps. Il finanziamento dovrebbe dunque essere sostenuto dal sistema del credito per poi rientrare grazie ai rimborsi dell’Inps con le trattenute sulla pensione. Lo Stato pagherà anche un’assicurazione per tutelarsi dai casi di premorienza del pensionato che ha ottenuto il prestito.

Quante tasse si pagano sull’anticipo pensionistico?

Uno dei nodi da sciogliere sull’Ape riguarda il trattamento fiscale del prestito ottenuto. I linea di principio non dovrebbe essere tassato, non essendo un reddito. Altro nodo riguarda i contributi che il lavoratore non verserà più negli anni di pensionamento anticipato.

Quanto costa l’Ape?

L’anticipo pensionistico ha costi ridotti per lo Stato, considerando che è il taglio dell’assegno a ripagare il debito. L’operazione potrebbe costare meno di un miliardo.

Quando arriva l’Ape?

Il nuovo meccanismo dovrà arrivare con la legge di Stabilità 2017. Ovviamente la manovra finanziaria sarà approvata definitivamente a fine anno (2016) ed entrarà in vigore dal prossimo primo gennaio.

(Foto: ANSA / ETTORE FERRARI)

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