Matteo Renzi: «Risarciremo tutti i correntisti truffati». Ecco come

30/04/2016 di Redazione

Nessun «correntista di serie A e correntista di serie B»: tutte le vittime delle quattro banche salvate dal governo saranno equamente risarciti. L’ha detto Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri, nella conferenza stampa di oggi annunciando i provvedimenti relativi al cosiddetto «salva-banche» relative ai quattro istituti di Banca Etruria, Banca Marche, e delle casse di risparmio di Ferrara e di Chieti. In base al reddito, sono le decisioni del provvedimento, saranno risarciti fino all’80% delle perdite alcuni correntisti particolarmente svantaggiati dal punto di vista reddituale: si tratta di una platea di circa il 50% dei clienti degli istituti bancari.

MATTEO RENZI: «RISARCIREMO TUTTI I CORRENTISTI TRUFFATI»

In conferenza stampa il presidente del Consiglio dei Ministri (in foto con Joe Biden, vicepresidente degli Stati Uniti, ricevuto a Palazzo Chigi) ha da subito parlato chiaro: “Rimborsi forfettari a tutti i truffati delle quattro banche”, ha detto Renzi: ne parlavamo in mattinata. Il Messaggero spiega di cosa stiamo parlando: per chi è in possesso di una situazione reddituale svantaggiata, il rimborso sarà automatico (senza necessità di ricorrere all’arbitrato) e con punte dell’80% di rimborso. Ecco i criteri per essere ammessi al rimborso.

Sono tre i criteri con i quali verrà decisa l’ammissione al rimborso automatico. Il primo è temporale: potranno chiederlo coloro che avevano acquistato le obbligazioni entro il 12 giugno 2014, data di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea della direttiva Brrd: quella che introduce il principio del bail-in al posto del salvataggio pubblico in caso di crisi bancarie. Come dire, chi ha comprato dopo quel giorno avrebbe dovuto sapere che c’era il rischio di rimetterci. Questo parametro appare però decisamente poco restrittivo (in precedenza si era fatto riferimento al luglio 2013): come ha spiegato lo stesso Matteo Renzi resteranno fuori solo 158 persone che avevano acquistato i titoli sul mercato secondario e non all’emissione. Sulla restante platea di circa 10 mila persone saranno applicati altri due parametri, di carattere reddituale e patrimoniale: per ottenere il risarcimento automatico gli interessati dovranno aver avuto un reddito annuo non superiore ai 35 mila euro oppure un patrimonio mobiliare entro la soglia dei 100 mila euro.

Tutti gli altri dovranno rivolgersi ai collegi arbitrali: e dovranno sopratutto dimostrare, senza automatismi di rimborso, che la gestione delle quattro banche salvate dal governo li ha fraudolentemente impoveriti.

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Anche loro, in questo modo, potranno ottenere indietro l’80% del patrimonio investito, al netto di “gli oneri e spese sostenuti per le operazioni di acquisto e soprattutto gli eventuali rendimenti percepiti nel frattempo grazie ai titoli, se superiori a quello dell’analogo Btp. In altre parole, dovrà essere restituita l’eventuale differenza tra le cedole garantite dai bond subordinati (in genere piuttosto appetibili) e quelle dei titoli di Stato, presi come riferimento di investimento “normale”, scrivo ancora il Messaggero. L’intera operazione sarà finanziata da un apposito fondo dotato di 100 milioni di euro a carico del sistema bancario stesso. E, a proposito di finanziamenti, il presidente del Consiglio dei Ministri è tornato anche sulla regina delle grandi opere, il ponte sullo Stretto di Messina, parlando da Reggio di Calabria: sostenendo di essere a favore della sua realizzazione, o comunque non ostile ma tutto solo dopo aver sistemato altre urgenze infrastrutturali italiane: prima la Salerno-Reggo Calabria, l’autostrada A3, che deve essere completata insieme al rifacimento della SS 106 Jonica.

 

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