Il no del M5S a Sala uomo di Renzi: «PD partito di lobby e affaristi»

28/04/2016 di Redazione

Il candidato sindaco del M5S alle elezioni Comunali di Milano 2016, Gianluca Corrado, respinge l’appello di Giuliano Pisapia e rimarca la sua preferenza personale per Stefano Parisi, anche se non lo voterà. Alle elezioni 2016 l’obiettivo dei 5 Stelle appare la sconfitta del PD di Renzi, definita la formazione dei lobbisti e degli affaristi.

MOVIMENTO 5 STELLE CONTRO IL PD A MILANO

Pisapia aveva invitato il M5S a non considerare le elezioni comunali di Milano come un referendum su Renzi, evidenziando le differenze tra centrosinistra e centrodestra. Ma, intervistato dal «Corriere della Sera, Corrado ha respinto le tesi di Pisapia, sottolineando come l’operato della sua giunta sia deludente, in particolare su Expo e partecipazione dei cittadini, e attaccando il PD.

Non c’è continuità tra Pisapia e Sala (sui temi della legalità, Nda). L’uomo di Expo è l’uomo di Renzi a Milano, l’alfiere del partito della Nazione. E il PD è oggi il partito dove si rifugiano le lobby, gli affaristi, i poteri forti. Un tempo questo ruolo era di Forza Italia, oggi è del PD.

GIANLUCA CORRADO PRO PARISI E CONTRO SALA

Gianluca Corrado ha rimarcato di preferire sul piano personale Stefano Parisi a Giuseppe Parisi. Il candidato sindaco del M5S ha accusato il suo avversario di centrosinistra di non aver condotto una campagna elettorale trasparente, nascondendo i conti di Expo così come aveva taciuto sulla sua casa in Svizzera. Dal punto di vista politico Corrado non vede nemmeno grandi differenze, anche perché Parisi sarebbe ostaggio dei partiti della destra in caso di vittoria. Un motivo ulteriore per spingere al voto per il Movimento 5 Stelle, unica alternativa ai due poli tradizionali. Una strategia che però sembra essere poco efficace a Milano, visto che la guida del Comune appare una partita riservata solo a Beppe Sala e Stefano Parisi.

M5S SENZA INDICAZIONI AL BALLOTTAGGIO

Ad Andrea Senesi del «Corriere della Sera» Gianluca Corrado spiega che non voterà né Giuseppe Sala, ma neppure Stefano Parisi, in caso di ballottaggio tra i due candidati di centrosinistra e centrodestra. Il M5S, rimarca il suo esponente, non darà alcuna indicazione di voto ma non farà neppure campagna per l’astensione, sbagliata a prescindere, e reputa probabile che almeno metà del suo elettorato non si recherà a votare al secondo turno.

Credo che più di metà non andrà a votare, ma non saprei dire gli altri. Lasceremo libertà di voto. Peschiamo voti trasversalmente, da sinistra a destra.

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