Il numero uno della Deutsche Bundesbank sgrida il ministro Pier Carlo Padoan definendolo «troppo ottimista»

«Un’ampia condivisione dei rischi fra gli Stati dell’Eurozona senza un meccanismo rafforzato di controllo comune «rappresenterebbe un percorso sbagliato» e non creerebbe i «forti incentivi a rispettare le regole» che vi vede il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan. A dirlo è il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, all’ambasciata tedesca, spiegando che «su questo punto io non sarei tanto ottimista» visto il rischio di creare azzardo morale. Il presidente della Deutsche Bundesbank ha ricordato il messaggio di Tomaso Padoa Schioppa (“L’unione monetaria non può tornare indietro“) ma ha sostanzialmente sgridato il nostro ministro.

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UNIONE FISCALE UE? DIFFICILE

Un’Unione fiscale europea, secondo Weidmann, ha ostacoli enormi: «Al momento non vedo la volontà di superare questi limiti, né in Italia, né in Germania, né in altri Paesi». In un’unione fiscale «uno Stato membro dovrà adempiere alle richieste di un’autorità fiscale Ue e in proposito -il premier italiano Matteo Renzi ha detto che “la politica fiscale italiana viene fatta in Italia e l’Italia non permette che essa venga dettata dai burocrati di Bruxelles”».

COSA DEVE FARE LA COMMISSIONE EUROPEA SECONDO WEIDMANN

La Commissione europea – per il numero uno della Bundesbank- tende continuamente a scendere a compromessi a danno del rispetto del bilancio. Secondo Weidmann i compiti della Commissione andrebbero dati a una autorità fiscale europea: «Se si ha timore della rinuncia alla sovranità nazionale, il rafforzamento del quadro esistente rimane l’unica alternativa per rendere l’Unione monetaria più stabile».

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