Amministrative a Bologna: la bufala di Virgilio Merola che difende la foto choc del Cassero

Mirko De Carli, candidato sindaco del Popolo della famiglia alle prossime elezioni comunali a Bologna, posta questa immagine attaccando il rivale del Pd Virginio Merola. Sindaco uscente e ricandidato dai democratici per un secondo mandato alle Amministrative del 5 giugno

virginio merola
Photocredit: FB/ Mirko De Carli

 

MIRKO DE CARLI E LA CONDANNA DI MEROLA SULLA FOTO DEL CASSERO

La foto, realizzata durante un evento di «Venerdì credici» al Cassero, noto centro sociale bolognese, non c’entra nulla però con la dichiarazione di Merola. Il manifesto diffuso da De Carli unisce due cose completamente differenti. Sulla immagine – che scatenò diverse polemiche – l’amministrazione comunale si espresse con ferma condanna.

Per spiegare la foto e la sua storia bisogna partire dalla perenne polemica sull’Arcigay e le convenzioni fornite dal Comune di Bologna. Quello scatto fu fatto durante un evento organizzato nella sede della ex Salara, concessa gratuitamente dal comune al Cassero. Correva il marzo 2015 e quelle foto indispettirono non solo Forza Italia, ma anche l’ala cattolica del Pd. Al tempo l’amministrazione, che finanziava attività rilevanti per la realtà Lbgt come il festival “Bender Gender” venne presa di mira dai suoi stessi consiglieri di maggioranza.

Il Comune di Bologna prende le distanze e critica pubblicamente «Venerdì credici»: «Nessuna censura ma il Cassero si assuma la responsabilità di una grave offesa, che ha molto più del volgare e provocatorio», si legge in una nota di Palazzo D’Accursio. «La cultura dei diritti che vede da sempre questa città differenziarsi- sottolinea l’amministrazione- è stata costruita attraverso una diffusa cultura del rispetto, che ci pare mancato in questa occasione». Nella nota non c’è alcun riferimento al rinnovo della convenzione (oggi gratuita) per la sede della ex Salara, in scadenza a maggio.

Non solo. Ecco qui le parole di Virgilio Merola che condannò lo scatto:

“Questa città e il sindaco hanno sostenuto e sostengono i diritti delle minoranze, in questo caso in particolare delle coppie gay a vedere riconosciuti i loro diritti così come nel resto d’Europa. Credo che questi episodi- afferma il primo cittadino, come riporta l’agenzia Dire – facciano danno prima di tutto alla causa di questi diritti. Credo che ci siano delle persone che nella migliore delle ipotesi non si rendono conto di quello che fanno. Questa cosa è indegna- bacchetta Merola- e ha fatto bene il presidente del Cassero” Vincenzo Branà “a chiedere scusa”.
Merola ora pretende che si impedisca che cose del genere “possano succedere dentro al Cassero”. “Bisogna che il movimento gay comprenda, e il presidente Branà lo comprende bene ed è più arrabbiato di me, che non si può permettere a qualcuno, con questi gesti vergognosi, di dare spazio a strumentalizzazioni o richieste di azzerare un lavoro che dura da 30 anni ed è riconosciuto in tutta Italia”.

VIRGINIO MEROLA E LA DICHIARAZIONE DEI BANDI DOPO LA FOTO BLASFEMA

Ora passiamo alla frase diffusa da De Carli. «Queste realtà rappresentano la storia della nostra città offrono servizi pubblico di interesse generale per Bologna, quindi non ho alcun problema a dire a nove mesi dalle elezioni che per loro non servirà un bando». Le parole che appaiono, parzialmente, nel fotomontaggio sono del sindaco uscente Virginio Merola e furono pronunciate nel settembre 2015 durante la Festa dell’Unità.  Il sindaco, dopo l’annuncio sull’autocertificazione scolastica in caso di coppia genitoriale gay,  assicurò che per le realtà Lgbt, a partire dal Cassero, i bandi comunali non sarebbero stati più necessari. Quelle parole sollevarono ulteriori polemiche ma c’entrano ben poco con la foto blasfema ricordata dal candidato del Popolo della famiglia. Quello scatto fu condannato da Merola e da tutta l’amministrazione comunale. La frase riportata da De Carli nel manifesto inoltre pare, oltre ad esser incompleta, anche poco veritiera. Ma sì sa, la campagna elettorale è già iniziata. E l’incubo gender, a Bologna, è sempre un grande classico.

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