Egitto, la presentatrice tv offende Giulio Regeni: «Vada al diavolo!»

26/04/2016 di Redazione

Offese a Giulio Regeni sulla tv egiziana. Un’attrice e presentatrice ha commentato la vicenda del ricercatore italiano tre mesi fa torturato e ucciso al Cairo mandandolo letteralmente «al diavolo». «Che cos’è tutto questo baccano? È la prima volta che qualcuno viene ucciso? All’inizio abbiamo simpatizzato, un giovane è stato ucciso. Ma adesso ci avete spinto a dire ‘che vada al diavolo’, ci siamo stufati di questa storia!», ha affermato Rania Yassin sugli schermi della televisione Al hadath Al Youm, un canale creato di recente in Egitto dal parlamentare Mohamed Ismail con lo scopo dichiarato di «dare sostegno ai poveri cittadini». La presentatrice ha espresso la sua opinione dopo aver dato la notizia dell’apertura di un’inchiesta contro l’agenzia di stampa internazionale Reuters, accusata di aver diffuso notizie false a proposito del caso. Dalle affermazioni hanno preso le distanze diversi giornalisti, considerandole «fuori luogo e da non pubblicizzare».

 

 

«Lasciate che vi dica una cosa: tutto questo interesse per il caso Regeni a livello internazionale, come nel Regno Unito e negli Stati Uniti, rappresenta una sola cosa: siamo davanti ad un complotto. Come se Regeni fosse il primo caso di omicidio in tutto il mondo», ha detto la presentatrice. La Yassen ha poi spiegato che ci sono «tanti casi di egiziani spariti» nel mondo, in particolare in Italia, Stati Uniti e Sud America, dove alle «bande della mafia» tutto sarebbe concesso. «Anche noi abbiamo un giovane egiziano sparito in Italia», ha affermato. Ma non solo: la presentatrice ha anche definito «una provocazione» le varie teorie sull’omicidio.

L’episodio solleva ancora una volta tutti i dubbi sull’imparzialità sull’informazione in Egitto. Ieri nei pressi di piazza Tahrir sono stati arrestati la giornalista Basma Mostafa, che aveva intervistato la famiglia presso la quale erano stati trovati i documenti intestati a Giulio Regeni, ed il collega Mohamed El Sawi. I due cronisti sono stati poi rimessi in libertà nella stessa giornata.

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