La bufala di Roberto Maroni sui carri armati svizzeri ai confini dell’Italia per i migranti

21/04/2016 di Redazione

Roberto Maroni

ha lanciato una bufala in merito alla decisione della Svizzera di predisporre uno stato d’allerta del proprio esercito in caso di eccezionale pressione migratoria ai suoi confini. Per il presidente della Lombardia i carri armati sarebbero già stati predisposti ai confini, quando il governo elvetico l’ha ipotizzato in caso ci fossero ingressi record mai registrati nella storia della Confederazione.

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Roberto Maroni soffre la leadership di Matteo Salvini. Nonostante sia il leghista con l’incarico istituzionale più importante, la guida della più popolosa regione italiana, Roberto Maroni non apprezza che il volto e la voce del suo partito sia rappresentato su tutti i media dal segretario. Forse per questo il presidente lombardo si è avventurato in un’affermazione totalmente falsa, riportata dai media del Canton Ticino, e curiosamente ignorata sugli organi di informazione del nostro Paese.

Al confine con la Lombardia, la Svizzera per fronteggiare l’invasione degli immigrati, schiera i carri armati. L’ho sentito oggi. La Svizzera è pronta a fare come l’Austria, cioè a schierare l’esercito ai confini con l’Italia. Siamo tornati a due secoli fa. Complimenti al governo Renzi

ROBERTO MARONI SVIZZERA

Roberto Maroni ha paragonato una comunicazione del Consiglio federale, il governo della Svizzera, alla decisione dell’Austria di realizzare una barriera per controllare con maggior efficacia le persone ai confini sul Brennero. Posto che anche la definizione di muro al Brennero sia piuttosto esagerata, l’affermazione di Roberto Maroni sui carri armati e l’esercito svizzeri collocati ai confini italiani non ha alcun fondamento di verità. Il Consiglio federale ha incaricato il dipartimento della Difesa di predisporre 3 piani di intervento per fronteggiare un’eventuale emergenza migranti. Come spiega il comunicato stampa disponibile, anche in italiano, sul sito del governo elvetico

Attualmente il Consiglio federale non ravvede la necessità di un intervento del genere da parte dell’esercito. Adottando le sue decisioni, mercoledì si è tuttavia assicurato di poter disporre senza indugio un tale intervento se fosse necessario.

ROBERTO MARONI ESERCITO SVIZZERO

Il Consiglio federale della Svizzera ha tratteggiato tre scenari su un’eventuale crisi dei migranti, e solo nel terzo ci sarebbe un intervento dell’esercito. Le prime due ipotesi, 10 mila richieste d’asilo in 30 e 90 giorni, sarebbe gestito dalle guardie di confine, e interverrebbero le forze armate solo se fosse ravvisata una minaccia terroristica. Il terzo scenario in cui invece interverrebbe l’esercito è quello dei 30 mila attraversamenti di frontiera in pochi giorni. Come rimarca lo stesso governo elvetico, non si è mai verificato nulla del genere nella storia del Paese.

In Svizzera non si sono mai verificati scenari del genere, nemmeno durante la crisi nel Kosovo, al cui apice le domande d’asilo registrate erano 9649 (giugno 1999). Nel marzo 2016 il loro numero era pari a circa 2000.

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