Casaleggio, il Berlusconi 2.0 che ha rivoluzionato la comunicazione politica sul web

Gianroberto Casaleggio ci ha lasciato. L’ideologo e fondatore del Movimento 5 Stelle se ne è andato dopo una lunga malattia, contro la quale ha combattuto, come ricorda il blog del co-fondatore Beppe Grillo, fino all’ultimo.

È giusto in questo momento stringersi intorno ai parlamentari e soprattutto ai militanti del Movimento 5 Stelle, persone che – soprattutto nella prima parte di costituzione del Movimento 5 Stelle, quello dei Meet Up, volevano veramente cambiarlo questo paese.

Giornalettismo è stato un fiero avversario  di Casaleggio, nasconderlo oggi sarebbe quantomeno ipocrita. Abbiamo spesso criticato alcune derive del Movimento creato da lui e da Beppe Grillo: dall’uso spregiudicato del blog ( e dei siti satellite), all’eccessivo accento populista, fino alla scelta di abdicare ad un ruolo costruttivo all’interno delle istituzioni.

CASALEGGIO VISIONARIO POLITICO

Sicuramente, però, Casaleggio è stato un innovatore della comunicazione politica e non solo. Tra i meriti da ascrivere al fondatore del Movimento c’è quello di aver intuito quanto la legittimazione dal basso, fosse un elemento sostanzialmente quasi eliminato nella politica italiana del “porcellum”. Quanto la moralizzazione di alcuni costumi della nostra politica fossero ormai fuori dal mondo. E il Movimento Cinque Stelle – questo va riconosciuto a Grillo e Casaleggio – hanno avuto un ruolo importante in alcune scelte della politica italiana: dall’eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti (sul cui principio si può discutere, ma che aveva raggiunto in Italia una modalità di erogazione vergognosa) a quello diretto all’editoria (vale lo stesso ragionamento fatto per il finanziamento dei partiti:  principio anche in parte legittimo, ma anche qui con erogazioni che gridavano vendetta).

Casaleggio è stato il primo a provare a mettere alla prova la democrazia diretta. Molti si sono scagliati contro questa esperimento, spesso anche in maniera superficiale. Il principio non è sbagliato. Il modo in cui è stato realizzato – ancora una volta – discutibile. Casaleggio ha “capovolto” la piramide, cercando di mettere al vertice la base dei militanti. Questo era il principio ispiratore del Movimento 5 Stelle, che tanto entusiasmo genuino aveva creato in coloro che per primi si erano avvicinati ai Meet Up. Con il tempo, facendo i conti con la realtà, sembra che rispetto alla valorizzazione della base – anche nel Movimento – siano prevalse logiche para-correntizie e la voglia di controllo. Ma, molto probabilmente, torneremo a fare i conti con la democrazia diretta, in altro modo e magari tramite un altro partito, ma siamo piuttosto sicuri che nel futuro nei movimenti politici i momenti “istituzionali” di ascolto della propria base si moltiplicheranno.

CASALEGGIO IL “BERLUSCONI DEL WEB”

Silvio Berlusconi ha rivoluzionato l’uso della televisione per la comunicazione politica. Lo stesso, ha fatto Casaleggio, insieme a Beppe Grillo, con il web. Il Blog di Beppe Grillo, insieme ai suoi spettacoli, ha completamente rivoluzionato l’utilizzo della comunicazione politica in rete. Basterebbe ricordare come nel 2013, subito dopo le elezioni politiche, tutta l’informazione politica italiana aspettasse un nuovo post del blog di Beppe Grillo, neanche fosse un “monito del Quirinale”. Perché questo va ricordato. Nella sostanziale indifferenza della Tv italiana, che si faceva la guerra per intervistare Bersani, Fini o Monti, Grillo&Casaleggio sul web costruivano l’alternativa ai partiti tradizionali. Mentre il Pd bersaniano metteva in rete l’indimenticabile (Sic!) balletto sul tetto del Nazareno “Lo Smacchiamo”, o organizzava improbabili legioni di Spartani su twitter, dimostrando di non avere la benché minima concezione della comunicazione su internet, Grillo organizzava non solo dirette live dei suoi comizi, coinvolgendo migliaia di persone, ma anche una grande community sui social network a supporto della sua candidatura.

CASALEGGIO E LE ELEZIONI POLITICHE 2013

Le Elezioni politiche del 2013, oltre che per il fallimento del Pd di Bersani, passeranno alla storia soprattutto per l’exploit del Movimento 5 Stelle, secondo partito d’Italia. Un successo probabilmente inaspettato anche per Casaleggio e Grillo, tanto che i candidati a 5 stelle entrati in Parlamento erano più numerosi rispetto a quelli che lo stesso Movimento aveva ritenuto idonei e sistemato nei posti eleggibili in lista. Il Movimento 5 Stelle trionfò a quelle elezioni perché rappresentava per molti elettori  la speranza di poter cambiare il paese. Una miriade di persone che – forse ancora oggi – si sentono “esclusi” in un paese che spesso riserva posti di potere e ben pagati solo agli amici degli amici, avevano votato il Movimento per ribaltare le logiche relazioni delle “convinticole” italiche. E forse per questo, la scelta di un sostanziale Aventino permanente in Parlamento ha in parte tradito le speranze che milioni di persone avevano riversato sui Grillini.

CASALEGGIO E L’EREDITÀ POLITICA

Ora, in attesa di studiare Casaleggio e le sue idee nei libri, si pone il problema dell’eredità politica del leader del Movimento. Un’eredità che – al momento – nessuno all’interno dei 5 stelle sembra in grado di raccogliere. Sicuramente nel M5S ci sono nuovi leader come Di Maio o Di Battista. Ma sono politici tout court, non ideologi, difficilmente potranno costruire l’evoluzione o la maturazione del Movimento 5 Stelle. Ma l’eredità politica della democrazia diretta o della piramide capovolta, potrebbe ri-sorgere anche fuori dal Movimento stesso.

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