Giulio Regeni, il ministro Gentiloni: «Senza una svolta siamo pronti a reagire»

05/04/2016 di Donato De Sena

«Ci fermeremo solo quando troveremo la verità, quella vera e non di comodo». «Per ragioni di Stato non permetteremo che sarà calpestata la dignità dell’Italia». Sono alcuni passaggi dell’intervento di stamattina del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un’audizione al Senato sul caso di Gulio Regeni (il ricercatore scomparso al Cairo lo scorso 25 gennaio e trovato senza vita nella capitale egiziana con evidenti segni di tortura nove giorni dopo, il 3 febbraio). «Siamo alla vigilia di importanti incontri che potrebbero essere decisivi per lo sviluppo delle indagini», ha spiegato il titolare della Farnesina sul lavoro per risalire alla verità sull’uccisione del 28enne di Fiumicello. «L’omicidio di Regeni – ha affermato ancora Gentiloni – ha scosso le nostre coscienze e il Paese intero perché è stata stroncata la vita di un italiano esemplare, per il modo in cui è stato atrocemente torturato e ucciso e per la lezioni di compostezza dei genitori».

 

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GIULIO REGENI, GENTILONI: «IL DOSSIER DEGLI EGIZIANI ERA INSUFFICIENTE»

Gentiloni al Senato ha spiegato che «il dossier inviato in Italia ai primi di marzo dagli investigatori egiziani era carente e mancava di almeno due dei cinque capitoli richiesti dai pm italiani: i dati relativi al traffico del telefono di Regeni e quelli relativi video della metropolitana del Cairo». «Verità di comodo in questi ultimi due mesi – ha dunque proseguito il ministro degli Esteri sul caso dell’uccisione di Giulio Regeni – sono circolate con troppa frequenza. Noi ci fermeremo solo davanti alla verità, quella vera, non di comodo». «È importante che in questa fase il Parlamento faccia sentire la sua voce unitaria».

GIULIO REGENI, GENTILONI: «SENZA SVOLTE SIAMO PRONTI A REAGIRE»

Gentiloni nell’audizione al Senato ha anche avvertito che «se non ci sarà un cambio di marcia, il governo è pronto a reagire adottando misure immediate e proporzionate».

GIULIO REGENI, GENTILONI: «ASPETTIAMO I DOCUMENTI MANCANTI»

Tra le richieste del ministro degli Esteri quelle di acquisire la documentazione mancante, non accreditare «verità distorte e di comodo», accertare chi tenesse sotto osservazione Giulio Regeni, un «ruolo più attivo degli investigatori italiani». «Sarà la procura della Repubblica – ha detto ancora Gentiloni- a valutare se questo cambio di marcia si delinea, senza inseguire oggi questa o quella anticipazione giornalistica».

GIULIO REGENI, GENTILONI: «CON PIGNATONE COLLABORAZIONE SUI BINARI GIUSTI»

Infine, il ruolo degli investigatori italiani. Gentiloni ha spiegato che con il passare delle settimane la collaborazione delle autorità egiziane sul caso di Giulio Regeni è stata «generica e insufficiente», poi l’arrivo del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone al Cairo «ha rimesso la collaborazione sui binari giusti». Il ministro degli Esteri ha anche ricordato che l’Italia ha sempre fatto «richieste precise e circostanziate» agli inquirenti egiziani.

(Foto: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)

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