Tutta la pubblicità che usa il corpo delle donne

27/02/2012 di Tommaso Caldarelli

Uno studio di Rue89 ripercorre le tappe degli annunci commerciali giocati sul sessismo

L’ultimo capitolo, dice Rue89, della storia delle pubblicità troppo sessiste è il doppio poster di Ryanair che proponeva tariffe “hot” quasi come le proprie hostess. Era un modo per pubblicizzare e vendere il calendario pin-up delle proprie provocanti hostess, e il ricavato sarebbe andato in beneficienza, ma per l’autorità di regolazione della pubblicità inglese non ha affatto gradito l’intento e ha imposto la dismissione della campagna.

PUBBLICITA’ SESSISTA – Per Rue89 è il momento di porsi una domanda: la pubblicità sta diventando “più sessista che mai?”.

“Tariffe a luci rosse, così come l’equipaggio”, diceva la compagnia irlandese di volo a basso costo, e sembra essere l’ultima frontiera della donna oggetto: una tendenza, ricorda Rue89, iniziata nel primo dopoguerra, negli anni 50 e 60 dove la donna era più o meno vista come un animale da cucina, a cui fare un bel regalo: un frullatore, un robot elettrico, qualcosa in definitiva per tagliare al massimo le zucchine.

In Italia, era l’epoca dei Caroselli delle cucine a gas Fornorama, con la signora contentissima del regalo del marito.

Consigli per gli acquisti anche al pubblico maschile: compratevi una VolksWagen, perché è facile da riparare, i pezzi costano poco e si trovano facilmente. Tanto lo sapete che prima o poi la guiderà vostra moglie e l’automobile finirà così.

Alla fine degli anni ’60 la situazione migliora: l’affermazione del movimento femminista pretende una posizione diversa per la donna dentro la società, e chiede di invertire l’abusato luogo comune della donna in cucina. Per lungo tempo, spiega la rivista online francese, il ruolo della donna nella pubblicità sembra essere diverso. Fino agli anni ’90 quando, di nuovo, la situazione precipita.

GLI ANNI 90- “Il sessismo fa il suo grande ritorno nella pubblicità, influenzata dal porno chic, a partire dagli anni ’90. La donna passa da casalinga a donna-oggetto. Una cosa è sicura, il sesso attira l’attenzione, e ogni scusa è buona per mostrare una donna nuda, per pubblicizzare un profumo piuttosto che uno shampoo.

E poi ci sono le pubblicità che ricordano il sesso, ovviamente con la donna a subire.

Uno spot di D&G, questo, che venne ritirato anche in Italia perché eccessivo ed offensivo della dignità femminile.

SI FA PER RIDERE… – C’è poi chi ne fa una questione di ironia, o che utilizza la scusa sessuale per attirare più occhi: come questa catena francese, la 11 football club, che spiega come i loro negozi amino “prendersi cura dei propriclienti”.


11footballclub.com aime prendre soin de ses… di Spi0n

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