ExoMars è partita per Marte

14/03/2016 di Redazione

EXOMARS

ExoMars è partita. La nuova missione su Marte dell’Agenzia Spaziale Europea ha avuto il suo avvio ufficiale questa mattina alle 10:31 ora italiana in quel del Kazakistan, nella base russa di Baikonur: il lancio della sonda Proton è avvenuto con successo. La missione è suddivisa in due fasi fa sapere l’ESA: nella prima la sonda resterà nell’orbita di Marte mentre un modulo (EDM, denominato Schiaparelli) contenente la stazione meteo Dreams e altri strumenti atterrerà sul pianeta rosso. Nella seconda parte, che partirà tra più di due anni, nel maggio 2018, l’obiettivo di ExoMars è far scendere su Marte un innovativo robot automatico capace di muoversi e dotato di strumenti per penetrarne ed analizzarne il suolo.

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EXOMARS OBIETTIVO

L’obiettivo di ExoMars è rispondere a un quesito che ci portiamo dietro da almeno un secolo: c’è vita o c’è mai stata vita su Marte? Dopo la missione Rosetta insomma l’ESA prosegue a indagare lo spazio. «Siamo soli nell’universo? Come si è sviluppata la vita? Sono queste le domande alle quali vuole rispondere la missione ExoMars» ha spiegato il direttore generale dell’Agenzia Jan Woerner. Nata dalla collaborazione con l’agenzia russa Roscosmos, la missione pende il nome proprio dal suo obiettivo: Exo si riferisce infatti all’esobiologia, la disciplina che studia forme di vita su altri pianeti.

EXOMARS 2016

C’è gloria anche per l’Italia: l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) è il primo contributore della missione e partecipa con 350 milioni di euro, pari al 32% del valore complessivo della missione. A ExoMars ha preso parte anche Finmeccanica attraverso Thales Alenia Space e molte delle tecnologie usate provengono dai laboratori italiani. E ancora: a Torino la Telespazio ha contribuito al centro di controllo lander Schiaparelli e circa 200 tra tecnici e ingegneri specializzati nostri connazionali hanno lavorato al lancio del razzo Proton. Da segnalare anche il contributo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica dell’università di Padova e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Photocredit copertina KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP/Getty Images

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