Omicidio Luca Varani. “Lo colpivamo, si riprendeva sempre”. E’ morto dissanguato

12/03/2016 di Redazione

Non c’è limite all’orrore. Autopsia e interrogatori non ci lasciano respiro, ogni tassello contribuisce a rendere ancora più insopportabile l’omicidio Varani, perpetrato dalla coppia di assassini Foffo-Prato, a cui ancora si devono attribuire le azioni precise di quelle ore atroci, dal momento che continuano a confessare il delitto, scaricandone però la maggior parte della responsabilità sull’altro.

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“Foffo era molto contrariato dal fatto che Luca non morisse”, svela Marc Prato, rinchiuso a Regina Coeli. Davanti al gip Riccardo Amoroso ha rilasciato altre dichiarazioni, confermando che i colpi che venivano dati a Luca, “venivano inferti per uccidere”. E poi la frase, sconcertante “Luca non moriva, si riprendeva ogni volta”. Insomma, l’enorme quantità di droga nel corpo di Marc Prato non gli ha impedito di offrire una lucidissima testimonianza, confermando che anche lui ha contribuito in maniera determinante non tanto alle 5 martellate, soprattutto alle mani, con cui è stato colpito Varani da Foffo, per impedirgli una qualsiasi reazione, e alle 25 coltellate che, a quanto sembra dall’autopsia, avrebbero provocato la morte non per sevizie (almeno due ore di torture), ma addirittura per dissanguamento.

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L’inchiesta, comunque, va avanti. L’inaffidabilità dei soggetti sta facendo proseguire le indagini degli inquirenti anche oltre le loro dichiarazioni, e si stanno valutando, da risultanze sulle settimane precedenti, comportamenti che potrebbero far emergere una costanza nei loro atti (e nelle loro menti) criminali. Le loro posizioni divergono su molti punti, come sul tentativo di strangolamento di Prato a Varani. Prato lo fa apparire prima un gesto di pietà, poi dichiara che sarebbe stato obbligato da Foffo e che la vittima, nonostante l’Alcover in corpo, abbia inizialmente reagito rovesciandolo a terra.

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Un insopportabile stillicidio di rivelazioni che sta torturando anche gli affetti di Varani. Sua madre non esce di casa, il padre è distrutto e non si dà pace. Ora anche la sua fidanzata, Marta Gaia, esplode la sua rabbia. E su Facebook dice che “non si darà pace finché non saranno riconosciuti droga e alcool come aggravanti e finché quei due non avranno l’ergastolo”.

 

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