Cosa cambia concretamente per te dopo la manovra di Mario Draghi

Mario Draghi, governatore della Banca Centrale Europea, giovedì 10 marzo ha annunciato un maxi-piano per risollevare Pil e inflazione. Punto principale della manovra è stato l’azzeramento del tasso principale di rifinaziamento. Ma cosa significa? Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale segnala ai mercati la direzione della politica monetaria, indicando a quali condizioni la BCE è disposta ad effettuare transazioni. È un tasso molto importante perché fornisce la maggior parte della liquidità necessaria al sistema. «Se non avessimo fatto niente – ha detto Draghi – se avessimo incrociato le braccia dicendo nein zu allen, no a qualsiasi cosa, oggi ci ritroveremmo con una disastrosa deflazione», ma cosa cambia concretamente nelle operazioni di tutti i giorni?

COSA CAMBIA CON LA MANOVRA DI MARIO DRAGHI

La mossa di Mario Draghi influirà inevitabilmente sulla vita di tutti i giorni. Ci saranno conseguenze più o meno modeste su mutui e investimenti, ma anche su finanziamenti immobiliari, azioni, obbligazioni e conti correnti. Vediamo, con l’aiuto di Gino Pagliuca e Giuditta Marvelli del Corriere della Sera quando conviene scegliere il tasso fisso e come cambierà il rendimento dei conti correnti.

QUANDO CONVIENE SCEGLIERE IL TASSO FISSO?

Cosa cambia in mutui e Btp? Pagliuca sul Corriere di venerdì scrive:

L’impatto sicuro è di modesta entità: quattro euro al mese in meno su una rata di un mutuo variabile da 100mila euro e solo per quella sparuta minoranza di mutuari che hanno scelto di ancorare il finanziamento al tasso Bce.

Per questo

Alle condizioni attuali i migliori mutui variabili sono concessi a chi è in grado di pagare almeno il 50% in contanti la casa; il tasso iniziale si pone poco sopra l’1%. Per un prestito da 100 mila euro a 20 anni significa pagare 460 euro al mese. Per apporti inferiori di contante i tassi salgono ma non diventano proibitivi. Se il mutuo copre il 70% del valore immobiliare gli interessi si posizionano circa mezzo punto sopra.

Conseguentemente

Appare Sconsigliabile cercare di limitare i rischi sottoscrivendo un mutuo variabile con la clausola cap, fissando cioè un tetto al tatto in caso di rialzo dei parametri.

COSA CAMBIA SUI CONTI CORRENTI?

Per capire come influirà la manovra della Bce sul contante degli italiani, cioè sui millecinquecento miliardi non investiti in strumenti finanziari e titoli abbiamo chiesto aiuto a Giuditta Marvelli, che sul Corriere scrive:

L’ultima ricognizione sui tassi offerti a chi vincola il denaro per almeno un anno mostra rendimenti netti che in certi casi superano ancora il punto percentuale, dopo aver pagato il 26% al Fisco (sull’interesse) più un ulteriore due per mille su tutta la giacenza. È possibile però che, se i tassi di mercato dovessero comprimersi ancora sulla scorta della sforbiciata data alla Bce a tutti i costi dei rifinanziamenti del sistema, anche questi strumenti vedano uno smottamento al ribasso delle remunerazioni. Che per ora non sono da poco, se si pensa che un Btp decennale rende l’1,4% lordo.

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