Il libro (su torture e violenze in Egitto) sul quale lavorava Giulio Regeni

03/03/2016 di Redazione

‘Egypt’s Long Revolution’ (‘La lunga rivoluzione dell’Egitto’) è un saggio in lingua inglese pubblicato nell’autunno del 2014 e firmato da Maha Abdelrahman, tutor di Giulio Regeni alla Cambridge University, che rappresentava il punto di partenza del lavoro al Cairo del ricercatore italiano misteriosamente scomparso il 25 gennaio e poi ritrovato senza vita 9 giorni dopo, il 3 febbraio. Il 28enne originario di Fiumicello avrebbe potuto contribuire al suo aggiornamento.

 

Giulio Regeni temeva di essere stato schedato dall’Egitto

 

IL LIBERO AL QUALE LAVORABA GIULIO REGENI SU TORTURE E VIOLENZE IN EGITTO

Lo racconta oggi Carlo Bonini su Repubblica. Il testo di Abdelrahman contiene un’analisi di quanto accaduto nel paese egiziano dopo la rivolta di piazza Tahir e gravi accuse al regime, che avrebbe creato una forza di polizia di teppisti, criminali comuni pagati per mettere in riga cittadini comuni in cambio dell’impunità nelle loro attività criminali. La ricerca copre un arco temporale di oltre un decennio, i dieci anni precedenti la Rivoluzione del 2011 e i tre seguenti. Scrive Bonini:

A posteriori, Egypt’s Long Revolution è una lettura per certi versi raggelante. Perché in quelle pagine, nella scelta del linguaggio, è la denuncia di un Regime e delle sue pratiche di costante violazione dei diritti umani, della centralità delle Forze armate e dei Servizi segreti nella vita politica del Paese, del Termidoro e Restaurazione seguite alla Rivoluzione di piazza Tahrir con l’offensiva portata al cuore dei movimenti che quella Rivoluzione avevano reso possibile. Di più: perché in quelle pagine sono ragionevolmente indicati, con inconsapevole preveggenza, mandanti ed esecutori dell’omicidio di Giulio. Si legge nell’incipit: «Questo libro analizza le nuove forme di mobilitazione politica nate in Egitto in risposta alle crescenti proteste contro le politiche autoritarie e le deteriorate condizioni di vita figlie di politiche neo-liberiste e di un capitalismo clientelare».

Nel liro si parla anche dell’uso della tortura come metodo di interrogatorio, utilizzato spesso per ottenere confessioni e non informazioni. Non è difficile immaginare dunque – spiega ancora  – Bonini l’effetto che potrebbe aver avuto un simile saggio sul regime.

(Foto da archivio Ansa)

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