Al Bano: «Quei segni premonitori negli anni in cui scomparse Ylenia»

18/02/2016 di Redazione

Ylenia Carrisi scompare nel 1993: quell’anno il padre Al Bano Carrisi, racconta il cantante nell’ultimo numero di Mistero Magazine, inizia ad avere una serie di strani presentimenti, di coincidenze che lo turbano, di eventi che stimolano la sua superstizione. Gatti neri attraversano la strada, un presepe viene distrutto, la fede che si allontana dopo la sparizione della piccola: in seguito, un lento e progressivo riavvicinamento alla spiritualità.

La storia di quei mesi concitati viene confessata dallo stesso Carrisi su Mistero Magazine, riportata dal TgCom24.

Gatti neri, presepe in fiamme, strani presagi. Al Bano Carrisi racconta per la prima volta i segni premonitori che hanno preceduto la scomparsa dell’adorata figlia Ylenia verso la fine del 1993. A “Mistero Magazine” il cantante apre i cassetti più segreti e parla del suo rapporto speciale con la spiritualità e la religione, senza però nascondere un po’ di superstizione. “Mi ricordo cinque maledetti gatti neri – spiega nell’intervista ad Aldo Dalla Vecchia – e mi scuso con tutti gli animalisti, alla fine dell’anno 1993 (il periodo della scomparsa della figlia Ylenia, ndr). Spuntarono tutti insieme di fronte a casa mia, davanti al bosco… Ed è una cosa che non dimenticherò mai. Sempre in quei giorni, una pigna cadde sul presepe di casa, che prese fuoco e andò distrutto”.

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Un’esperienza traumatica che, racconta il cantante, lo allontanò moltissimo dalla religione e dalla spiritualità; fino ad un progressivo riavvicinamento con il cristianesimo, anche grazie alla presenza fortissima di Papa Giovanni Paolo II.

Al Bano si sentiva “toccato” da tante sventure: “Reagii contro Dio, ma capii subito che stavo commettendo un gravissimo errore, perché mi allontanavo da una certezza per affrontarne altre… Non entro nei particolari, ed è giusto che sia così, ma dopo un po’ mi ritrovai a pensare: ‘Se a Dio hanno ammazzato un figlio, tu chi ti credi di essere per non poter provare su questa Terra una cosa del genere?’. A quel punto ricominciai a collegarmi con Dio e il mio spirito migliorò, sentivo meno acidità e cattiveria dentro. Così ho riscoperto la cristianità”.La spiritualità dell’artista è molto privata, ma ci sono degli incontri, come quello con Papa Giovanni Paolo II che lo hanno segnato per sempre: “Ho cantato sette volte per lui e ogni volta che ci incontravamo mi faceva venire i brividi. Non dimenticherò mai il primo incontro, nella sua cappella privata in Vaticano. Eravamo in ventidue persone, c’erano mia madre, mio fratello, Romina, le due bambine. Quell’incontro mi segnò, perché in lui vedevi il divino: nei suoi occhi percepivi la bontà assoluta, ma anche la capacità di leggerti l’anima fin nel profondo”

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