Unioni civili, al Senato arriverà il supercanguro (bis)?

16/02/2016 di Redazione

Continua il muro contro muro al Senato sulle unioni civili. I settori del Pd e della maggioranza più vicini al presidente del Consiglio Matteo Renzi sono intenzionati ancora ad approvare il ddl Cirinnà così come giunto in Aula. Le opposizioni e i cattolici chiedono di stralciare la stepchild adoption, magari sostituendo la possibilità di adozione del figlio del partner con un affido rafforzato. Per ora l’esecutivo resiste alle pressioni.

 

UNIONI CIVILI, LA GUIDA
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UNIONI CIVILI, AL SENATO SUPERCANGURO O SUPERCANGURO-BIS

Dall’Argentina il premier ha consiglio ai mediatori Luigi Zanda, Luigi Guerini e Maria Elena Boschi di mediare valutando anche ritocchi alla stepchild adoption, che comunque non sono considerati il punto principale della legge sulle unioni civili. Ma uno degli ostacoli riguarda anche il supercanguro, il maxiemendamento che cancella tutti gli emendamenti, evitando l’ostruzionismo, e lascia il ddl così com’è, adozioni comprese. Nel lungo vertice di ieri i senatori cattodem hanno minacciato di votare contro. Inizialmente Zanda Guerini e Boschi avevano pensato di prendere in considerazione la richiesta di votare il supercanguro per parti separate, come chiesto dai cattolici, in modo da non essere costretti a dire sì alla stepchild. Ma si pensa anche ad accantonare l’ipotesi, per evitare il voto segreto sulle adozioni dando il segnale di essere disponibile allo stralcio. Il nodo è tutto politico. Ne parla Alberto Gentili sul Messaggero:

Per venire incontro alle richieste dei senatori cattolici, essenziali per ottenere il varo della legge senza i “precari” voti dei Grillini, Zanda, Guerini e Boschi hanno esaminato anche la possibilità di presentare un “supercanguro-bis”. Questa volta aggiornato con modifiche più ampie, tanto da prevedere perfino l’eventualità di escludere la stepchild adoption, lasciandola al voto successivo dell’Aula. E consentendo, di fatto, all’affido rafforzato di tornare in campo.
Questa ipotesi, in primo momento, è stata scartata perché si temeva aprisse la strada a una nuova ondata di sub-emendamenti. Poi però, dopo un parere dei tecnici di palazzo Madama, ha ripreso forza. Infatti Marcucci, in qualità di presentatore del maxi emendamento, in base al regolamento «ha facoltà di procederne alla riformulazione». E, dato che la seduta è ormai aperta, non sono concessi sub-emendamenti. «Il problema a questo punto è politico», dicevano in serata al Nazareno, «bisogna capire se Renzi accetta di passare per chi ha aperto la strada al possibile stralcio della stepchild adoption». E Renzi dall’Argentina ha detto “no”, anche perché la maggioranza del Pd ha cominciato a protestare come dimostra una lettera di 16 senatori pro-adozioni.

(Foto di copertina: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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