Unioni Civili, l’affondo di Bagnasco: «Voto sia segreto». Il governo: «In Senato non decide la Cei»

11/02/2016 di Redazione

Unioni Civili, scontro Cei-governo sul Ddl Cirinnà.

Mentre in Senato Pd e opposizioni non trovano alcun accordo sul taglio degli emendendamenti, sulle unioni civili, sul disegno di legge Cirinnà si riapre lo scontro tra governo e Conferenza episcopale italiana. Ancora una volta, dopo l’affondo pesante del presidente della Cei Angelo Bagnasco, che si è spinto fino a chiedere che il voto non sia palese: «Ci auguriamo che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto», ha attaccato nel corso della Messa per la giornata del Malato. Parole interpretate come un’ingerenza non soltanto da partiti e movimenti che sostengono le Unioni Civili, quanto dallo stesso governo.  «Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei», ha replicato stizzito il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti (Pd).

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UNIONI CIVILI, SCONTRO CEI-GOVERNO

Critiche a Bagnasco sono arrivate anche dal mondo dell’associazionismo Lgbt: «Se Bagnasco non riesce a fare a meno di occuparsi di politica italiana allora fondi un partito e si candidi, almeno vedremo quanti voti prende, voti elettorali veri, non voti spirituali», ha replicato Franco Grillini, presidente di Gaynet. Proteste anche da Lorendana De Petris (Misto-Sel-SI): «Un’interferenza gravissima. Ciaro che la Chiesa può esprimere il suo pensiero liberamente. Ci mancherebbe altro. Ma interferire sulle scelte procedurali all’interno di un’aula parlamentare è davvero gravissimo». E anche da Ala, il gruppo di Verdini che potrebbe essere decisivo per l’approvazione della legge, stepchild adoption compresa, arrivano accuse al capo dei vescovi italiani:

UNIONI CIVILI, SCONTRO IN AULA. E RESTA IPOTESI “CANGURO”

In Aula, invece, durante l’illustrazione degli emendamenti, non sono mancati gli sconti. Comprese le accuse pesanti di Gasparri a Lo Giudice, senatore dem che e attivista Lgbt che ha avuto un figlio assieme al suo compagno tramite la maternità surrogata. «Chi ha comprato un bambino, dovrebbe dirci quanto lo ha pagato», ha tuonato Gasparri con parole offensive. A difesa del collega dem è intervenuto Francesco Russo: «Non vorrei che fossimo costretti a chiedere un intervento disciplinare di fronte ai colleghi che hanno trasceso i toni». Diversi colleghi hanno espresso solidarietà nei confronti di Lo Giudice. Un clima infuocato, con “protagonisti” i soliti noti “oltranzisti”: oltre a Gasparri, anche l’altro forzista Lucio Malan, fino a Giovanardi (ex Ncd ora Gal) che ha attaccato e insultato il capogruppo Pd in Senato Luigi Zanda.

In aula la seduta si è oggi conclusa intorno alle 15: si riprenderà con le votazioni soltanto martedì prossimo, con gli emendamenti all’articolo 1. Non sono ancora state ritirate né le 5mila proposte di modifica della Lega, né il “canguro” a prima firma Andrea Marcucci,  capace di eliminare tutte le proposte di modifica al testo.

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