Affittopoli Roma, anche ai vigili urbani le case gratis

Ci sono gli affittuari a due lire negli immobili di pregio delle case del Comune, c’è l’affittopoli Roma strisciante per le vie del centro storico che comprende, si legge oggi, anche chi dell’ordine e della legge dovrebbe essere tutore: parte delle forze dell’ordine, nello specifico degli appartenenti (o ex appartenenti) alla polizia di Roma Capitale; che occupano stabili di prestigio di proprietà dei cittadini, di Roma Capitale, con le loro associazioni, pagando come di consueto canoni irrisori.

AFFITTOPOLI ROMA, ANCHE AI VIGILI URBANI LE CASE GRATIS

Il Messaggero racconta la nuova puntata, con tanto di scivoloni giudiziari.

Il palazzetto che ospita, gratis, le associazioni dei vigili urbani romani è in una delle strade più belle di Roma, che serpeggia alle pendici il colle Palatino e si snoda dai Fori Imperiali fino al Circo Massimo. E’ via di San Teodoro e il civico è il numero 70. E mentre la procura va avanti con la verifica dei redditi degli inquilini, sul fronte degli affitti scandalosi degli immobili di proprietà del Campidoglio, è la Guardia di Finanza a fare la prima mossa. Su delega della Corte dei Conti del Lazio, i militari del Nucleo di polizia tributaria hanno bussato alle porte del Dipartimento Patrimonio del Comune e hanno acquisito gli atti relativi alla palazzina di via di San Teodoro, alle spalle della sede del comando generale della polizia di Roma Capitale. L’immobile, un ex autoparco municipale, risulta occupato da diversi circoli dei caschi bianchi: Arvu, Anvu, Arvu Europea (l’unico che pagherebbe un canone), Arvuc e International Police. Il caso più singolare, finito nel mirino dei magistrati contabili, è quello che riguarda l’Arvuc, l’associazione dei “pizzardoni” in congedo. I locali di via di San Teodoro, concessi senza pretendere nemmeno un centesimo d’affitto, sono stati assegnati al “club” di ex vigili nel 2006. Gli agenti avevano ottenuto quattro stanze all’interno del complesso. Si trattava però di una concessione temporanea, per la sorveglianza dello stabile che era quasi fatiscente.

 

La disfunzione della macchina capitolina è tale e tanta che, a quanto sembra, nemmeno a richiesta di regolarizzazione gli uffici rispondevano: l’Arvuc, infatti, avrebbe a più riprese avanzato la disponibilità a sottoscrivere un regolare contratto di affitto.

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L’Arvuc non avrebbe nemmeno avuto l’obbligo di pagare le utenze, nonostante, nel corso degli anni, gli stessi vertici dell’associazione abbiano avanzato numerose richieste di messa in regola, indirizzate alla direzione della Gestione del Patrimonio del Comune. Il circolo, in sostanza, avrebbe chiesto più volte di regolarizzare la propria posizione e ottenere un normale contratto di locazione. Ma non avrebbe ricevuto risposta. Ora la Corte di Conti indaga per danno erariale. E il pm Guido Patti ha incaricato la Finanza di fare chiarezza. I militari hanno acquisito tutti i contratti d’affitto dal 2010 a oggi. E anche la documentazione relativa alle spese sostenute dall’associazione. Gli approfondimenti sul caso delle locazioni comunali concesse a canoni irrisori, comunque, corrono su due binari paralleli. Da un lato c’è la magistratura contabile, con gli inquirenti di via Baiamonti che hanno aperto circa cinquanta fascicoli, dall’altro lato lavora invece la Procura, che ha avviato tre diverse inchieste sulla vicenda, affidate ai pubblici ministeri Alberto Galanti, Corrado Fasanelli e Giorgio Orano. E adesso, dopo il deposito del dossier del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, gli accertamenti subiranno un’accelerazione. Le contestazioni ipotizzabili sono due: abuso d’ufficio, in carico ai dirigenti capitolini responsabili di una gestione inoculata del patrimonio immobiliare, e truffa. La seconda accusa potrebbe essere mossa nei confronti dei beneficiari del trattamento privilegiato, ovviamente, solo se dagli accertamenti emergesse che ad aggiudicarsi un alloggio a prezzo agevolato siano stati soggetti non indigenti, ma “furbetti” che, dichiarando un reddito fasullo e magari con la complicità di funzionari infedeli, sono riusciti a ottenere un prezzo di riguardo pur vantando un conto in banca entro la norma.

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