La Commissione Ue boccia i 5 Stelle: «La Buona Scuola è conforme alle regole»

25/01/2016 di Donato De Sena

La Buona Scuola non viola il diritto dell’Unione Europea perché conforme alla direttiva sul lavoro a tempo determinato. Pertanto non è necessario riaprire più il caso. A ribadirlo è la Commissione Ue nella risposta (datata 15 gennaio) ad un’interrogazione parlamentare dello scorso 25 novembre presentata a Bruxelles dalle eurodeputate del Movimento 5 Stelle Laura Agea e Isabella Adinolfi. Le due parlamentari europee, iscritte al gruppo EFDD (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta), avevano chiesto alla Commissione se la riforma italiana dell’istruzione, la legge 107 approvata defintivamente lo scorso luglio, non fosse lesiva dei principi di irretroattività della legge e al principio di uguaglianza e non discriminazione.

 

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LA BUONA SCUOLA, L’INTERROGAZIONE M5S IN EUROPA: «LEGGE INCOSTITUZIONALE»

La Buona Scuola – avevano scritto Agea e Adinolfi nell’interrogazione – «manifesta non solo presunti profili di incostituzionalità, ma anche violazioni del diritto dell’Unione Europea». La riforma – spiegavano ancora le eurodeputate – «realizza, in concreto, la perdita della titolarità di cattedra su posto/sede in un organico di diritto per il personale assunto prima dell’entrata in vigore della predetta legge. Tale disposizione è di dubbia legittimità con riferimento al principio di irretroattività della legge e al principio di uguaglianza e non discriminazione, giacché introduce una disparità di trattamento nelle posizioni lavorative tra docenti assunti a tempo indeterminato ante e post legem. Nella specie, si verrebbero a creare due categorie di lavoratori, astrattamente omogenee, ma con trattamento differente, soprattutto con riferimento alla posizione nei confronti del dirigente scolastico». Ma non solo: «La riforma – denunciavano Agea e Adinolfi – introduce anche una grave violazione della libera circolazione dei lavoratori: la mobilità, secondo la predetta norma, comporterà automaticamente l’ingresso dei docenti nel nuovo sistema di ambiti territoriali, la qual cosa ne costituisce un forte deterrente».

LA BUONA SCUOLA, IL PARERE DELLA COMMISSIONE UE: «RIFORMA IMPORTANTE E CONFORME ALLE DIRETTIVE UE»

«La Commissione – è stata la risposta di Marianne Thyssen (Commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità del lavoro) – ha ricevuto diverse denunce in merito all’abuso di una successione di contratti a tempo determinato nella scuola pubblica italiana. Poiché la questione sollevava un problema di ottemperanza alla clausola 5 dell’accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato il 20.11.2013 la Commissione ha inviato all’Italia un parere motivato». Ma l’Italia – ha spiegato Thyssen – nella sua «importante riforma del settore scolastico» ha introdotto «una limitazione della durata dei contratti temporanei stipulati con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario ad un massimo di 36 mesi, anche nel caso in cui tali contratti non siano successivi», e inoltre ha previsto «anche una compensazione per i danni risultanti dall’abuso di contratti successivi a tempo determinato per tutto il personale della scuola». Dunque – ha scritto ancora il Commisario europeo – siccome è stata adottata una delle misure volte a prevenire l’abuso di contratti successivi a tempo determinato citate nella clausola 5 «la legge è ora conforme al disposto della direttiva sul lavoro a tempo determinato».

(Foto di copertina: CLAUDIO ONORATI / ANSA)

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