Alexander Litvinenko e la storia di Mario Scaramella, Prodi e la Commissione Mitrokhin

21/01/2016 di Maghdi Abo Abia

La morte di Alexander Litvinenko torna agli altari della cronaca a quasi 10 anni dal suo decesso, avvenuto a Londra nel novembre 2006 per un avvelenamento da Polonio 210. Si è conclusa l’inchiesta sulla morte dell’uomo e secondo il Regno Unito Il presidente Valdimir Putin in persona «probabilmente approvò» l’eliminazione dell’ex agente segreto.

alexander litvinenko

ALEXANDER LITVINENKO, I PRIMI PASSI ALL’INTERNO DEL KGB

Secondo l’accusa Alexander Litvinenko venne avvelenato col polonio 210 all’hotel Millenium di Londra perché aveva cominciato a svelare le trame delle bande criminali russe, le loro connessioni e le loro protezioni al Cremlino. L’uomo, sottotenente dell’Armata Rossa, venne assegnato al terzo direttorato del Kgb e dopo il 1991 a un’unità di controterrorismo nell’Fsb. Come ricordato dal Guardian, Alexander Litvinenko era considerato un “salmone che nuotava controcorrente” e nella sua attività aveva indagato sui legami tra la criminalità e gli uomini forti del Cremlino con base a San Pietroburgo. Il loro mentore? Vladimir Putin, ex agente di Kgb e Fsb.

ALEXANDER LITVINENKO, LE ACCUSE A PUTIN, IL COMPLOTTO CONTRO BEREZOVSKY E LA FUGA A LONDRA

Alexander Litvinenko venne per questo spostato in un’altra unità della FSB con l’obiettivo di occuparsi di criminali e terroristi. Nel novembre 1998 l’agente organizzò una conferenza stampa in cui spiegava come la “cricca “da lui scoperta avesse intenzione di uccidere Boris Berezovsky, uno degli oligarchi più forti all’epoca in Russia. Litvinenko a seguito di queste denunce venne arrestato e incarcerato con l’accusa di aver picchiato un detenuto in carcere. Dopo essere stato assolto per insufficienza di prove, l’ex agente segreto decise di abbandonare la Russia con l’aiuto del suo alleato Berezovsky attraverso l’aiuto dell’attivista Alex Goldfarb. Berezovsky venne trovato morto nel 2013, apparentemente per un suicidio.

ALEXANDER LITVINENKO, I COLPEVOLI DELL’AVVELENAMENTO

Alexander Litvinenko sperava di trovare lavoro in Regno Unito ma l’intelligence di Sua Maestà era già piena di ex agenti del Kgb. Nonostante Berezovsky fosse disposto a dargli uno stipendio di 4.000 sterline al mese ed avesse pagato le tasse scolastiche a suo figlio, l’uomo non voleva vivere di elemosina e cercò quindi un lavoro in Italia mentre la moglie iniziò a lavorare come insegnante di danza. Sei anni dopo venne avvelenato col Polonio 210. Alexander Litvinenko indicò subito come responsabile Vladimir Putin mentre Scotland Yard puntò subito il dito contro un ex ufficiale del FSB. I responsabili sono stati individuati in Andrei Lugovoi e Dmitry Kovtun, colpevoli di aver versato la sostanza radioattiva in un the bevuto dall’ex spia al bar dell’Hotel Millenium prima dell’incontro con Scaramella. I due si sono sempre dichiarati innocenti e si trovano a Mosca.

ALEXANDER LITVINENKO, GLI ATTENTATI DEL 1999 ATTRIBUITI AI CECENI OPERA DEL FSB

La motivazione della morte di Alexander Litvinenko andrebbe ricercata nella sua collaborazione coi servizi segreti britannici e spagnoli con indicazioni precise sulle connessioni fra la mafia russe e i vertici dello Stato. Nel 2002 l’uomo pubblicò un libro finanziato dal “padrino” Berezovsky in cui accusava gli agenti dell’FSB di essere i mandanti di una serie di attentati avvenuti in Russia nel 1999 con 300 vittime, attentati indicati come responsabilità delle milizie cecene e usati come pretesto per giustificare un’azione militare nella regione.

ALEXANDER LITVINENKO, L’AVVELENAMENTO DA POLONIO

La fine di Alexander Litvinenko fu parecchio atroce. L’uomo venne avvelenato dal Polonio 210, un isotopo raro in natura, un emettitore alfa che una volta ingerito provoca vomito, diarrea, cefalea e dolori addominali. A seguire il paziente perde i capelli e soffre un grave danneggiamento di fegato, reni, polmoni e midollo osseo. La morta assomiglia a quella provocata da un tumore fulminante. Per uccidere un uomo adulto basta una quantità di polonio 210 pari a un grano di sale.

ALEXANDER LITVINENKO, L’INCONTRO CON MARIO SCARAMELLA

La vicenda di Litvinenko divenne importante in Italia perché poco prima d’incontrare i due che lo avvelenarono si vide a Roma con il faccendiere e consigliere della Commissione Mitrokhin Mario Scaramella. I due mangiarono insieme all’Itsu Sushi Bar a Piccadilly Circus. Era il primo novembre 2006. Mario Scaramella venne definito dall’inviato dell’Indipendent Peter Popham come sospettato iniziale di aver spruzzato il Polonio 210 sul sushi della spia russa. L’idea venne però smentita dalle indagini, anche perché Mario Scaramella non aveva alcun motivo di uccidere Alexander Litvinenko. Popham provò a fare luce sulla storia del faccendiere italiano sparito nel nulla dopo quanto accaduto ormai 10 anni fa. Mario Scaramella in passato si è presentato come magistrato, come professore negli Stati Uniti, come esperto del Kgb, come fondatore di una società chiamata “Environmental Crime Prevention Programme”. L’unica cosa certa è che Mario Scaramella era un consulente della commissione Mitrokhin organizzata da Silvio Berlusconi ai tempi della sua presidenza del Consiglio. Lo scopo? Scoprire il ruolo della Russia e del Kgb in Italia. L’obiettivo? Denigrare i suoi avversari politici e in particolar modo Romano Prodi segnalando legami eventuali tra il suo successore a Palazzo Chigi e Mosca.

ALEXANDER LITVINENKO: IL SUO COMPITO? DIMOSTRARE I LEGAMI PRODI-KGB

Peter Popham scoprì che Mario Scaramella era l’informatore di una storia legata al deposito di 20 siluri con testata nucleare nella baia di Napoli nel 1970. I due si incontrarono per un pranzo così da parlare della scoperta con Scaramella che affermò di sapere come i russi avessero un reattore nucleare nei pressi del Vesuvio. Alla fine, spiega Popham, “la storia sembrava frutto della sua immaginazione alimentata da troppe storie di spie. Per questo mi stupìi di scoprire questa persona implicata nella storia di Alexander Litvinenko”. Secondo l’inviato dell’Indipendent i due si incontrarono a Londra perché Berlusconi stava cercando di bloccare l’ascesa di Prodi dimostrando il suo legame con il Kgb e per questo voleva una prova a ogni costo. Sembra che la spia russa abbia confermato che l’ex Presidente della Commissione Europea fosse al soldo del Cremlino e che per questo “abbia deciso di dire a Mario Scaramella ciò che voleva sentirsi dire”, secondo un altro russo presente all’incontro.

ALEXANDER LITVINENKO, LE ACCUSE A PRODI? DEL GENERALE TROFIMOV

Il 23 gennaio 2007 il Corriere della Sera parlò di un documento diffuso dalla Bbc in cui si parlava delle accuse di Alexander Litvinenko a Romano Prodi circa i suoi legami con i servizi segreti sovietici. Nella trasmissione “Panorama” Mario Scaramella disse: «Alcune fonti qualificate, compreso Litvinenko, mi hanno detto che funzionari a Mosca consideravano Prodi un loro uomo, un uomo del Kgb». Andò in onda un video datato febbraio 2006 in cui l’ex spia spiegava che le informazioni venivano dal generale Anatoly Vasilyevich Trofimov: «non disse esattamente che Prodi era un agente del Kgb perché il Kgb evita di usare quella parola. Disse che Prodi era un “nostro uomo”, un uomo del Kgb e che Prodi con il Kgb portava avanti in Italia qualche operazione segreta, sporca».

ALEXANDER LITVINENKO, IL REGNO UNITO: TROFIMOV? MAI A CAPO DI FSB O KGB E MAI IN ITALIA

I magistrati italiani non credettero al video e definirono l’ex consulente della Commissione Mitrokhin un «soggetto assolutamente inaffidabile che si avvale dell’ appoggio di ambienti criminali per architettare ricostruzioni false dei fatti per propri fini». Inoltre per quanto Trofimov fosse stato indicato come un generale, secondo il “Conflict Studies Research Centre” della Defence Academy del Regno Unito Trofimov non è mai stato a capo dell’FSB, non ha mai lavorato nel direttorato dell’intelligence del KGB, non ha mai lavorato nelle divisioni di controintelligence e non è mai stato impiegato in Italia. Diventa difficile quindi, secondo il documento diffuso nel maggio 2007, immaginare come Trofimov potesse sapere del reclutamento di Romano Prodi. L’uomo non poté difendersi in quanto venne ucciso a Mosca insieme alla moglie con una raffica di mitra nel 2005.

ALEXANDER LITVINENKO, BERLUSCONI: MAI CONOSCIUTO SCARAMELLA

Per quanto riguarda Mario Scaramella, venne ricoverato all’University College Hospital di Londra dopo essere sottoposto ad accertamenti a seguito di una sua positività al Polonio 210. Gli ultimi esami, invece, non rilevarono tracce di avvelenamento. Nel frattempo l’ufficio stampa di Silvio Berlusconi smentì di avere mai avuto rapporti con l’uomo: “Abbiamo letto con stupore l’ennesima dichiarazione di Scaramella e ribadiamo che il presidente Berlusconi non ha mai conosciuto né tantomeno incontrato né parlato al telefono con questa persona, di cui non conosceva fino adesso neppure l’esistenza” con Mario Scaramella che dichiarò in seguito al Tg2: “”Non ho incontrato Berlusconi, non mi ha mai promesso nulla”, negando di aver avuto la promessa di un incarico internazionale in cambio di un dossier contro Prodi.

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