Unioni civili, anche dal Pd adesioni al Family Day

Unioni civili, le polemiche sul ddl a prima firma Monica Cirinnà non si pacano. È pronta la manifestazione del Family Day per il 30 gennaio, con adesioni anche da settori del Partito Democratico che più si oppongono all’approvazione della legge. Intanto Forza Italia è pronta ad opporsi in ogni modo all’entrata in vigore nell’ordinamento di una regolamentazione delle unioni fra persone dello stesso sesso: c’è chi “provoca”, chiedendo che la cosiddetta stepchild adoption venga stralciata dal testo, chi sostiene che, in ogni caso, il voto delle opposizioni mancherà. È Matteo Renzi in persona a diffondere, tramite la sua ENews, la linea: con ogni probabilità si farà ricorso al voto segreto. Per il presidente del Consiglio dei Ministri, comunque vada, l’Italia avrà presto una legge “attesa da anni”.

UNIONI CIVILI, ANCHE DAL PD ADESIONI AL FAMILY DAY

Il Corriere della Sera fa il punto della situazione: le ali cattoliche del Pd sono pronte all’adesione alla manifestazione del 30 gennaio.

Tutto il centrodestra si sta stringendo attorno al Family day, la manifestazione in difesa della famiglia tradizionale convocata per sabato 30 gennaio, due giorni dopo l’arrivo in Aula della legge sulle unioni civili. Ma c’è anche qualche parlamentare del Pd che ha fatto sapere che sarà in quella piazza dove il ddl Cirinnà verrà messo al bando e contestato, esplicitamente.  Giuseppe Fioroni, deputato pd cattolico, lo ha detto con chiarezza: «Parteciperò al Family day. L’ho già fatto nel 2007, quando ero ministro, e a maggior ragione lo faccio ora. L’etica non si prende con la tessera di partito né con il programma di governo». A seguirlo potrebbero esserci altri deputati pd: quelli che hanno firmato il testo presentato da Alfredo Bazoli, Ernesto Preziosi e Tommaso Ginoble e che ha raccolto 37 firme nel partito.

 

I voti della destra non ci sono.

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Mancano meno di due settimane alla discussione in Aula della legge Cirinnà, e Laura Ravetto, deputata azzurra, ha lanciato un appello: «La senatrice Cirinnà stralci la stepchild adoption dal testo e tutti voteremo le unioni civili». A molti nella maggioranza quello di Laura Ravetto più che un appello pare una provocazione. Se l’adozione del figlio biologico del compagno venisse davvero stralciata, la legge perderebbe immediatamente tutti i voti dei senatori pentastellati e, probabilmente, anche quelli di Sel oppure dell’Idv e in generale di tutti i progressisti che riterrebbero il testo un compromesso al ribasso.  Ma non solo: Silvio Berlusconi ha fatto sapere che Forza Italia voterà «no» al ddl Cirinnà non soltanto per la stepchild adoption ma proprio perché l’intero testo presenta delle criticità e non è un caso che senatori azzurri, come Maurizio Gasparri e Lucio Malan, abbiano già aderito al Family day, la manifestazione che si svolgerà esattamente una settimana dopo quella a sostegno della legge Cirinnà, con tanto di stepchild adoption intatta, come ha sempre dichiarato il premier Matteo Renzi che ieri sulla sua enews ha scritto: «Sarà il voto segreto a definire le scelte. Quel che è certo è che nel giro di qualche settimana avremo finalmente una legge attesa da decenni». 

 

Chi sta organizzando il Family Day è pronto a snocciolare numeri: in piazza ci sarà mezzo milione di persone.

«Il testo Cirinnà e la stepchild adoption rappresentano un buon punto di equilibrio che garantisce i diritti dei figli e amplia la responsabilità genitoriale», ha detto Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia al Senato, spiegando: «Da parlamentare penso che sia sbagliato trasformare il dibattito su questa legge in una vecchia contesa tra laici e cattolici. Da cattolico penso che l’etica della responsabilità nei confronti dei cittadini e dei minori possa far superare le resistenze».  Ma i due fronti sono già schierati. E Massimo Gandolfini, promotore del Family day, già esulta: «Il 30 gennaio saremo oltre mezzo milione di persone. L’85% degli italiani non vuole le adozioni gay, la step-child , ma nemmeno l’affido rafforzato».

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