Lino Banfi: «Zalone è un vendicatore, vendica quelli che come me non piacciono ai benpensanti»

Lino Banfi si è lasciato andare ai microfoni di Radio2, ospite di Giorgio Lauro e Geppi Gucciari a “Un Giorno Da Pecora”. Si è parlato della sua partecipazione in Quo Vado e del suo rapporto con Checco Zalone. «Io sono una piccola ciliegina sulla torta nel film – spiega l’attore pugliese – ma l’ho fatto volentieri, perché Checco e Nunziante me l’hanno chiesto in un modo così carino e garbato che non gli potevo dire di no. Loro sono in simbiosi, sia per la cultura che per la “pugliesità”». Da sempre Zalone si ispira al conterraneo, o almeno così ha detto a Banfi che ricorda: «Lui si è sempre dichiarato un mio allievo. Quando fece l’altro film, che andò bene, io ancora non lo conoscevo. Me lo passarono per telefono e lui mi disse: ‘Maestro!’. Venni poi a sapere che mentre parlava con me si era inginocchiato». Un gesto che ha fatto piacere al Cavaliere «Anche perché mi avevano chiesto di fare questo cameo perché volevano farmi un tributo, perché secondo loro io ho aperto la strada della pugliesità nel cinema, perché in Puglia non avevamo una drammaturgia. Checco mi disse che ero l’unico a poter fare questo personaggio nel film».

LINO BANFI SENATORE A VITA?

«Ho fatto più di cento film da protagonista, ma per i benpensanti tutte le cose che ho fatto fino ad oggi sono delle stronzate paurose» racconta specificando come per interpretare Binetto in Quo Vado non si sia ispirato a nessuno in particolare, anche se «Può darsi che questo dia lo spunto a Mattarella per dire: Banfi quest’anno fa ottant’anni, facciamolo senatore a vita». Un’eventualità che non gli dispiacerebbe affatto, fosse anche per farli sorridere un po’.

ZALONE IL VENDICATORE

«Io lo chiamo il ‘pescatore’” – Dice Banfi riferendosi a Zalone – Perché lui ha pescato da vari mostri del cinema, da Moretti a Benigni, da ciascuno pesca qualcosa. Poi li mette insieme e fa la “zalonità”. E poi lui è un vendicatore». Un vendicatore?

«Si, lui sta vendicando tutti quelli come me e come altri. E’ una vita che faccio film che incassano, trasmissioni e fiction, ma è una vita che soffro a casa come uno stronzo, ed ecco perché mangio molto, quando mi dicono: mi vergogno a dirlo ma Banfi mi fa pisciare addosso. Così dicono i benpensanti. Un giornalista, Valerio Caprara del Mattino, che è un mio grande amico, una volta mi ha detto: andavo a vedere i tuoi film di nascosto, perché non potevo scrivere che mi piacevi, questi volevano che scrivessi di Fellini, di questo tipo di regista, e non di Banfi».

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