Capodanno Rai, chi doveva controllare gli sms che andavano in onda?

04/01/2016 di Redazione

Chi paga? Chi ha sbagliato? Siamo entrati nel 2016 da ben quattro giorni eppure si continua a parlare del disastroso Capodanno della Rai: dal countdown sbagliato passando per lo spoiler di Star Wars e arrivando all’sms con bestemmia passato in sovrimpressione. Primo imputato per la messa in onda del contenuto blasfemo è Francesco C., tecnico di Rai Com che ha confessato – «Ho tolto dal video cento messaggi impresentabili: insulti, cori razzisti, inni alla jihad e decine di bestemmie, il centunesimo ci è scappato» – ricevuto una lettera di contestazione dagli avvocati di viale Mazzini e infine denunciato che qualcosa in torre di controllo non ha funzionato, è mancato un passaggio – «È inspiegabile che sia finito sotto processo soltanto io». Oltre al filtro automatico garantito dal gestore telefonico che censura automaticamente alcune parole, oltre al check dello staff di Rai Com, sarebbe dovuto esserci il controllo editoriale.

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ANSA

Repubblica oggi diffonde un documento Rai contenente le direttive per il servizio Inbox (sms) previsto per la trasmissione L’ anno che verrà, andata in onda da Matera. Scrive Giuseppe Alberto Falci:

Viale Mazzini aveva previsto il monitoraggio degli sms inviati dai telespettori. Con un particolare di non poco conto: la Rai aveva altresì rivendicato la responsabilità editoriale. Di fatto, il documento smentisce quanto finora sostenuto dal direttore di Rai1 Giancarlo Leone, ovvero che la responsabilità fosse da attribuire a Rai Com. Così recita il testo: «[…] La Rai si riserva comunque la facoltà, a suo insindacabile giudizio, di validare editorialmente – ai fini della messa in onda e della successiva pubblicazione sul sito internet – i messaggi inviati dagli spettatori.[…]». Parole inequivocabili che lasciano il segno.

La notte di San Silvestro insomma avrebbe dovuto lavorare – e non l’ha fatto – una redazione giornalistica con il preciso compito di verificare il contenuto dei messaggi e autorizzare la messa in onda. Il bug potrebbe costare caro.

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Photocredit copertina Rai Ufficio Stampa

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