Banca Etruria governata da consiglieri di amministrazione «quasi tutti privi di competenze specifiche»

Banca Etruria, continua l’inchiesta della procura di Arezzo, di cui oggi Repubblica riporta una testimonianza che farà discutere. E’ quella di un capo degli ispettori di Bankitalia, sentito come persona informata dei fatti

IL CDA DI BANCA ETRURIA

Ecco cosa riporta il quotidiano nella versione in edicola

Banca Etruria è stata governata da consiglieri di amministrazione «quasi tutti privi di competenze specifiche» in materia bancaria. Da un cda che aveva «abdicato al proprio ruolo» e accettava «in modo acritico» le decisioni del direttore generale Luca Bronchi, sotto inchiesta per ostacolo alla vigilanza. E dove, nei mesi precedenti al commissariamento, si era creato una sorta di direttorio parallelo e «poco trasparente »: la Commissione consiliare informale. Vi sedevano il presidente Luca Rosi e i due vice, Alfredo Berni e Pierluigi Boschi.

A dirlo

è Emanuele Gatti, il capo del team di Bankitalia che ha condotto l’ispezione dal dicembre 2012 al settembre 2013. Viene sentito come persona informata dei fatti il 13 gennaio 2015 dai finanzieri di Arezzo che, per conto del procuratore capo Roberto Rossi, stavano indagando su Bronchi e Rosi. Gatti, dopo aver elencato una lunga serie di omissioni e di comportamenti anomali sulla gestione del credito e del patrimonio, mette nero su bianco quello che suona come un giudizio definitivo: «Il Cda dell’Etruria ha sostanzialmente abdicato al proprio ruolo in materia, lasciando ampia discrezionalità all’Alta Direzione (il direttore generale e il presidente, ndr). Il consiglio è composto da 15 elementi espressione del tessuto imprenditoriale e professionale aretino. Il contributo dialettico e propositivo dei consiglieri, quasi tutti privi di competenze specifiche, è risultato insufficiente ». Insomma, i quindici sono stati sì ben remunerati, perché hanno raccolto 14 milioni di euro di emolumenti dal 2008 al 2013. Ma, stando all’ispettore di Bankitalia, non erano all’altezza.

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