Leopolda 6, Richetti boccia il Partito della Nazione: «Verdini e Alfano? Sono in un altro campo»

Da mesi ormai è la “voce critica” del nuovo corso. La “prima ora che spinge per un rilancio del renzismo delle origini. E ai microfoni di Giornalettismo Tv, Matteo Richetti stoppa quel Partito della Nazione già spauracchio della sinistra dem e rilanciato da alcuni fedelissimi del premier. Convinto che il Pd, pur allargandosi, non debba dimenticare le sue radici di centrosinistra: «No, non è la prima Leopolda del Partito della Nazione. Questa è la sesta di chi si concede il lusso di discutere senza steccati. E spero che ci sia un grosso contributo al centrosinistra, no a qualche paciugo che si vede all’orizzonte», ha attaccato. Eppure, c’è chi come il sindaco di Firenze Dario Nardella sembra guardare oltre, convinto che gli steccati destra-sinistra non bastino più: «Lui dice che ormai è una contrapposizione superata? Per come siamo arrivati a questo punto, rispetto alla vecchia sinistra che non abbassava le tasse, tagliava sulla sicurezza, può essere condivisibile. Ma su un punto bisogna essere chiari: i piedi devono stare nel campo del centrosinistra, lo sguardo va anche oltre e parla anche a chi ha votato Berlusconi, Lega o si è astenuto. Ma un partito nuovo non deve mettere in discussione le radici».


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RICHETTI STOPPA VERDINI E ALFANO

– Richetti stoppa così verdiniani e alfaniani e quei transfughi di centrodestra che guardano verso Renzi. Per il deputato Pd l’asse sulle riforme o in Parlamento non può essere riproposto come laboratorio politico: «Verdini è stato l’interprete del berlusconismo, il Pd è antitetico. Berlusconi ha insegnato al paese le furbizie, noi facciamo il contrario. Mi sembra illogico Verdini compagno di viaggio in un progetto politico. Poi in Parlamento voti quel che vuole. Alfano? Finché si chiama Nuovo centrodestra deve stare in quel campo, io sto nel centrosinistra. Abbiamo deciso di non buttare la legislatura, per questo oggi ci sono elementi di convergenza. Ma quando esce la safety car, la corsa riprende tra centrodestra e centrosinistra». Tradotto, per Richetti non deve esserci spazio per quei cambi di Dna del partito temuti anche dalla minoranza: «Se prende piede questa idea del Partito della Nazione il bipolarismo sarà tra politica e antipolitica, tra sistema e anti-sistema. E avremo un’ammucchiata tra chi si riconosce nella politica contro Salvini e Grillo. Non è solo perdente dal punto di vista del risultato, ma fa fare un passo indietro alla qualità della democrazia del nostro Paese. Noi dobbiamo creare un nuovo bipolarismo, ma tra destra e sinistra», insiste.

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RICHETTI: « SE PASSA IDEA DEL PARTITO DELLA NAZIONE, BIPOLARISMO TRA POLITICA E ANTIPOLITICA» –

In vista delle elezioni 2016 e delle alleanze da siglare, Richetti bacchetta però anche chi ha lasciato il Pd e Sinistra Italiana: «La proposta di Pisapia, Zedda e Doria? Ho la loro stessa visione di ricostruzione del centrosinistra, ma bisogna giocare con le regole del gioco. Oggi con l’Italicum si premia la capacità di costruire aggregazioni vincenti. Per cui si concluda il processo di unificazione del centrosinistra. Perché la sinistra che sta fuori e legna tanto Forza Italia quanto Renzi si consegna all’irrilevanza».

Nella gerarchia del renzismo, Richetti è da tempo “ai margini“, ma il deputato resta convinto che anche nel partito serva una “svolta”: «Io voce isolata tra i renziani? No, guardi io sono un “renziano”. La gente mi dice: “Abbiamo letto le tue posizioni, la proposta di legge sull’abolizione del vitalizio, quello è il renzismo che vogliamo tenere in vita, quello è il renzismo che deve cambiare l’Italia. Sta rilasciano i suoi effetti nel Paese, deve farlo anche nel partito».

 

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