I migranti e lo spirito del Natale in Germania

12/12/2015 di Redazione

Lo spirito del Natale non fa sconti. Nessuno può resistere alla magia delle Feste, neanche i migranti fiaccati nel corpo e nello spirito da una guerra nel loro Paese e da un viaggio all’apparenza infinito con destinazione Europa. E può accadere che una famiglia siriana, in fuga dalla guerra, possa guardare con occhi diversi pieni di curiosità anche un mercatino di Natale, nello specifico quello tradizionale di Zwickau in Sassonia, Germania, a poca distanza dal confine con la Repubblica Ceca.

migranti
ANSA/OLIVER KILLIG/dpa

MIGRANTI, LA STORIA DELLA FAMIGLIA HABASHIEH

La Abc racconta la storia della famiglia Habashieh e dei loro quattro bambini che si perdono tra dolci, giocattoli e colori degli stand di legno mentre gli avventori si godono una passeggiata tra vin brulé e biscotti. Solo poche settimane fa la matriarca Khawla Kareem guardava con paura al suo futuro in Germania, tanto da aver affermato di preferire vivere sotto le bombe di Damasco piuttosto che passare un altro giorno in un centro di accoglienza tra assoluta mancanza di privacy, niente scuola per i figli e timori per un attacco a sfondo razzista.

MIGRANTI, IL LORO NATALE A ZWICKAU

Oggi non puo’ essere più felice. Dopo aver penato per mesi alla ricerca di una conferma del suo status di rifugiata, le autorità tedesche le hanno trovato una casa dove può vivere con dignità. E oggi la famiglia musulmana condivide lo spirito del Natale con i propri vicini colorando la porta della propria abitazione con palle colorate e festoni verdi e dorati. La figlia più grande, Reem Habashieh, 19 anni, è raggiante: «Ora siamo davvero integrati». La sorella più piccola, l’11enne Raghad, custodisce il suo calendario dell’Avvento con tanto di cioccolatino a ogni giornata. E in fila alle bancarelle del mercatino di Natale, scelgono posti che vendono dolci anche per evitare il bacon, carne di maiale.

 

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MIGRANTI, IL SOGNO DI UNA VITA SERENA

Yaman, 15 anni, sceglie una busta di mandorle caramellate, Raghad invece fa un giro su una giostra. I quattro bambini dopo il divertimento poi scelgono di esprimere i propri desideri a Babbo Natale: Reem sogna di poter andare all’università, Mohammed, 18 anni, spera che in Siria arrivi presto la pace tra un tiro di sigaretta e un altro. Raghad invece sogna una Barbie. Una bella conclusione di giornata, giornata che inizia prima dell’alba per Khawla. Caffè arabo forte e musica della star libanese Fairuz, esattamente come faceva a Damasco. Perché senza quella voce la giornata non potrebbe iniziare bene.

MIGRANTI, UNA GIORNATA TIPO IN GERMANIA

Successivamente sveglia i suoi figli e tutti insieme vanno a scuola di tedesco. Anche Khawla, insegnante nel suo Paese. Per lei è difficile ma ne vale la pena, anche perché Reem è diventata assistente dell’insegnante ed aiuta a tradurre nozioni dall’inglese all’arabo per gli altri studenti. Certo, non tutti sono stati fortunati come la famiglia Habashieh. La maggior parte del milione di migranti arrivati in Germania quest’anno è ancora bloccata nei centri di raccolta in attesa che le loro domande vengano evase, tra fenomeni di violenza sempre crescenti anche a danno di donne e bambini.

MIGRANTI, UN CLIMA DIVERSO

Il tutto mentre in Germania il clima d’accoglienza si sta lentamente affievolendo. I nuovi centri d’accoglienza vengono bruciati o distrutti mentre quelli già attivi si trovano a respingere attacchi di ogni tipo. I partiti di estrema destra organizzano manifestazioni e iniziative contro i centri di raccolta e i lavoratori impegnati con i migranti, poliziotti, traduttori, impiegati, si definiscono esausti. Anche Reem ha raccontato di aver dovuto affrontare fenomeni d’intolleranza a causa della sua volontà d’indossare l’hijab e anche la piccola Raghad ha dovuto sperimentare il significato della parola “esclusione” da parte delle sue piccole coetanee tedesche.

MIGRANTI, IL SOGNO BERLINO

Zwickau ha una popolazione di 90.000 persone. Di queste solo tremila, il 2 per cento, sono straniere. Tra loro ci sono vietnamiti e russi. E 130 siriani. Siriani che hanno scoperto di non avere alcuna affiliazione religiosa in città. Perché, come spiegato da un addetto: “l’Islam non è presente nei nostri computer”. Nonostante questo la famiglia avrà il colloquio per l’asilo politico il 22 dicembre, 3 giorni prima di Natale. Il sogno? Avere lo status di rifugiati e la residenza il prima possibile. Solo in quel caso potranno lasciare Zwickau e girare liberi per il Paese. Con un sogno: “Berlino, la città cosmopolita. Lì vediamo il nostro futuro”, spera Reem.

MIGRANTI, IL VIAGGIO DELLA FAMIGLIA HABASHIEH

Per la famiglia Habashieh sarebbe il coronamento di un sogno partito dalla Siria, passato attraverso la Turchia. Da lì sono arrivati in Grecia a bordo delle barche della speranza. Una volta in Europa hanno camminato per i campi dei balcani senza né acqua né cibo, saltando il filo spinato che proteggeva il confine con l’Ungheria e pagando trafficanti rumeni che in cambio di migliaia di euro li hanno portati a Berlino a bordo di minibus. A Berlino hanno passato settimane in campi d’accoglienza con toilette indecenti e un’ambiente terribile, prima di arrivare a Zwickau. Ora il sogno è di tornare a Berlino, questa volta da persone libere. (Photocredit copertina ANSA/OLIVER KILLIG/dpa)

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